Va certamente letto anche come un successo della pressante azione svolta in questi anni dal movimento mondiale delle persone con disabilità, il fatto che l’importante iniziativa lanciata il 30 maggio scorso dalle Nazioni Unite, volta a eliminare entro il 2030 la povertà nel mondo e a dirigere l’economia verso uno sviluppo sostenibile, contenga numerosi e sostanziali riferimenti alla disabilità.
Il documento prodotto, infatti, denominato A New Global Partnership: Eradicate Poverty and Transform Economies through Sustainable Development, costituisce la logica evoluzione degli “Obiettivi di Sviluppo del Millennio” (Millennium Development Goals), lanciati nel 2000 e tra i suoi passaggi più innovativi, vi è senz’altro la ferma volontà di «non lasciare indietro nessuno» (testualmente «Leave No One Behind»), con una serie di azioni cogenti da sviluppare via via nei prossimi anni, basate su cinque obiettivi fondamentali.
Fatto di notevole significato, più di cinquemila gruppi della società civile, da oltre centoventuno Paesi, hanno contribuito, con le loro raccomandazioni, all’elaborazione della nuova agenda e tra questi anche l’IDA (International Disability Alliance) e l’IDDC (International Disability and Development Consortium), con tutte le organizzazioni ad esse aderenti. Oggi, quindi, i loro rappresentanti esprimono soddisfazione, per quello che viene ritenuto come «un grande successo», guardando, ad esempio, al grande numero di riferimenti riguardanti la disabilità presenti nel documento. In particolare, viene sottolineata l’importanza del fatto che uno dei princìpi trasversali del Rapporto dovrà essere la disponibilità di dati disaggregati e specifici sulla disabilità, ciò che solo potrà consentire di valutare l’effettività dei risultati conseguiti.
«La disabilità – si aggiunge poi – è pienamente menzionata sia nella parte dedicata alla povertà, sia in quella concernente la qualità dell’educazione e la necessità di un’istruzione che venga coltivata per tutta la vita».
«In sostanza – è la conclusione – sono numerosi i “gruppi vulnerabili” della società ad essere menzionati, ma le persone con disabilità sono sempre in piena evidenza, in ogni parte del documento». (S.B.)
Sono disponibili sia la versione integrale (in inglese) del documento reso pubblico il 30 maggio scorso dalle Nazioni Unite, con il titolo A New Global Partnership: Eradicate Poverty and Transform Economies through Sustainable Development, sia l’elenco dei riferimenti alla disabilità, in esso contenuti (sempre in inglese), curato dall’IDA (International Disability Alliance). Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Vladimir Cuk (vcuk@ida-secretariat.org).