Sono pienamente d’accordo con quanto scritto da Andrea Pancaldi, su queste stesse pagine, nell’articolo intitolato Dal “falso invalido” al “falso cieco”, riguardante il “sensazionalismo giornalistico” che da mesi riempie le testate e le trasmissioni televisive. Vorrei solo fare qualche minima precisazione.
Invece di imputare parte della crisi economica del nostro Paese alle erronee erogazioni delle pensioni di invalidità, facendo apparire il presunto “falso invalido” come una sorta di “piccolo criminale”, non sarebbe meglio assegnare la parte del “colpevole” a chi ha dichiarato l’invalidità, redigendo un verbale che dovrebbe essere fatto nel rispetto della Legge? In altre parole, perché non si accusano i veri responsabili? Forse perché – e non li difendo assolutamente – è più comodo prendersela con chi ha semplicemente approfittato dell’occasione?! O forse perché accusare i veri responsabili, sarebbe dichiarare pubblicamente che il nostro sistema fa acqua da tutte le parti?
Inoltre, mi chiedo come mai non si facciano un paio di conti, stabilendo ad esempio la differenza tra una pensione di invalidità e i vari compensi dei nostri uomini politici. Credo, anzi sono fermamente convinta, che, detraendo anche solo una piccola parte di queste ultime cifre, si risolverebbe non solo la nostra crisi, ma si darebbe da mangiare a mezza Africa!
Però, anche in questo caso, si dovrebbero ammettere delle grosse lacune (mentali) di chi ci dice che dobbiamo pagare tasse che aumentano in continuazione, riducendo i nostri portafogli al minimo potere d’acquisto.
Mi piacerebbe quindi fare una sorta di appello: «Apriamo gli occhi e non facciamoci più prendere in giro! Chi ha sbagliato va punito, è vero, ma bisogna prendere quelli giusti! Il cittadino medio non può e non deve pagare di tasca propria quello che altri hanno preso, riuscendo poi a celarsi, dietro la loro presunta potenza e inattaccabilità. Si può fare molto per il nostro Paese, ma è necessario togliersi il prosciutto dagli occhi!».
Le considerazioni di Carlotta Bisio sono in larga misura condivisibili. A ogni reale falso invalido, infatti, corrisponde (quasi) sempre un funzionario di qualche ente (medico, impiegato… o chicchessia) che permette la frode. L’uno senza l’altro non può esistere, ma è vero quello che dice Bisio, che è sempre il falso invalido ad essere sotto i riflettori. (Andrea Pancaldi)