Alcune recenti dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, nel corso di un’audizione parlamentare, avevano generato, da alcune parti, contestazioni e reazioni negative.
Il tema è quello degli insegnanti di sostegno (con timori di “tagli”) e della futura applicazione delle disposizioni sui BES, i Bisogni Educativi Speciali [il riferimento è alla Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 e alla Circolare Ministeriale 8/13, N.d.R.], per affrontare i quali i docenti dovrebbero ricevere una specifica formazione.
Ovvio, quindi, che tali temi siano stati l’oggetto principale dell’incontro del 20 giugno scorso dell’Osservatorio Ministeriale sull’Inclusione Scolastica degli Alunni con Disabilità, cui hanno partecipato, tra gli altri, anche le maggiori Federazioni Nazionali delle persone con disabilità (FISH e FAND), che hanno concordato su non pochi punti, a partire dall’apprezzamento della recente normativa sui BES, ispirata alla volontà di porre al centro dell’azione educativa la capacità di inclusione delle istituzioni scolastiche.
In realtà, le contestazioni al Ministro erano derivate da una lettura frettolosa delle sue dichiarazioni, mentre, obiettivamente, vi sono degli elementi di fatto di segno opposto: saranno infatti immessi in ruolo circa 27.000 docenti per il sostegno, sui 38.000 attualmente precari. Saranno poi garantite le nomine dei docenti precari per il sostegno, relativamente a tutti gli altri casi di alunni certificati con disabilità (e non potrebbe essere altrimenti, dal momento che nel 2010 la Corte Costituzionale, con la Sentenza 80/10, ha stabilito in modo inequivocabile che il diritto allo studio, e quindi alle azioni di sostegno, non può essere compresso per esigenze di bilancio).
E tuttavia – secondo FISH e FAND – rimangono altre emergenze e priorità. Proprio sulla normativa BES, ad esempio, è necessario che il Ministero precisi meglio le competenze dei Gruppi di Lavoro Interistituzionali Provinciali, recentemente istituiti, e dei Centri Territoriali per l’Inclusione. Quale ruolo avranno negli interventi a favore degli alunni con Bisogni Educativi Speciali? E come saranno riattivati e potenziati i Gruppi di Lavoro per un corretto coordinamento delle politiche locali sull’inclusione scolastica?
Inoltre, bisogna da subito pensare anche al prossimo anno scolastico e in tal senso è necessaria una stretta vigilanza, sulle Direzioni Regionali, rispetto all’assegnazione del numero di classi alle singole scuole, affinché venga rispettato il tetto massimo di venti, massimo ventidue alunni, nelle classi frequentate da alunni con disabilità. In tal senso vanno emanate disposizioni che ribadiscano il rispetto del numero massimo di due alunni con disabilità in ciascuna classe.
E poi, la formazione e il miglioramento della qualità inclusiva della scuola. FAND e FISH caldeggiano che sia fissato, d’intesa con i sindacati, l’obbligo di formazione in servizio per tutti i docenti curricolari che abbiano alunni con disabilità in classe.
Da ricordare infine che è in via di approvazione una normativa sull’autovalutazione della qualità della scuola: per questo vanno previsti anche indicatori per valutare la qualità inclusiva di classi e scuole e coinvolte le famiglie degli alunni con e senza disabilità in questa importante operazione.
Dal canto loro, la FISH e la FAND, con il consueto spirito collaborativo, hanno ribadito la propria piena disponibilità a un confronto costruttivo, sia con il ministro Carrozza che con il sottosegretario Rossi Doria. L’obiettivo è chiaro: l’ulteriore miglioramento delle politiche inclusive nel quadro dell’attuazione piena dell’autonomia scolastica. (Ufficio Stampa FISH)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it.
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