C’è sicuramente la povertà – ma non solo – tra i principali problemi riguardanti l’infanzia in Italia. Infatti, solo il 14% della popolazione sotto i tre anni, ad esempio, risulta presa in carico da parte degli asili nido pubblici e appena un quarto delle scuole è in regola con le certificazioni. E ancora, ben 29.309 persone di minore età vivono al di fuori della propria famiglia d’origine, mentre l’intensità della povertà – che misura di quanto in percentuale la spesa media delle famiglie povere è al di sotto della soglia di povertà – nel 2011 è risultata pari al 21,1% (del 22,3% nel Mezzogiorno del Paese). In tal senso le situazioni più gravi si osservano tra i residenti in Sicilia (27,3%) e Calabria (26,2%), dove sono povere oltre un quarto delle famiglie. In condizione di povertà relativa sono soprattutto le famiglie più numerose: il 28,5% delle famiglie con cinque o più componenti (che diventa il 45,2% tra le fami glie che risiedono al Sud).
Al contempo, continuano a diminuire i fondi: infatti, le risorse destinate all’infanzia e all’adolescenza per le quindici città cosiddette “riservatarie” sono passate dai 43,9 milioni di euro del 2008 ai 39,6 del 2013, mentre il Fondo Straordinario per la Prima Infanzia è stato semplicemente azzerato.
Non sono certo confortanti i dati che emergono dal 6° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, 2012-2013, presentato recentemente da parte del Gruppo CRC*, alla presenza – e questo è sicuramente un buon segnale – del Ministro e idel Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Enrico Giovannini e Maria Cecilia Guerra, oltreché di Vincenzo Spadafora, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza.
«La pubblicazione del 6° Rapporto CRC – commenta Arianna Saulini, coordinatrice del Gruppo CRC – è avvenuta all’inizio di una nuova Legislatura e all’avvio del lavoro del nuovo Governo, con l’auspicio da una parte che i nuovi Ministri possano trarre spunto dalle raccomandazioni e dall’analisi contenuta, per sanare alcune criticità del nostro sistema, dall’altra che i diversi livelli istituzionali riescano a rimettere i diritti dell’infanzia al centro dell’agenda politica». «In positivo – ha aggiunto – va evidenziata l’operatività dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza: il 2012, infatti, è stato il primo anno che ha visto in Italia la presenza di tale figura».
«Con questo Rapporto – conclude Saulini – è stata effettuata un’attività di monitoraggio che fornisce una chiara fotografia sulle necessità e i problemi dell’infanzia nel nostro Paese, sull’attuazione o la violazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti presenti in Italia e le zone d’ombra che emergono sono numerose. Per contro si sta assistendo a un progressivo abbattimento delle risorse e a una carenza di attenzione per strumenti fondamentali necessari a garantire un welfare a misura di bambini, come il Piano Nazionale Infanzia, che continua ad essere adottato in maniera discontinua o senza copertura finanziaria adeguata, o per organismi come l’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, che ha concluso il suo mandato alla scadenza prevista, nel novembre 2012, e non è stato rinominato».
Per quanto concerne poi i minori con disabilità, fascia particolarmente “vulnerabile tra i vulnerabili”, alla quale è dedicato uno specifico capitolo del Rapporto (Bambini, adolescenti, salute e disabilità), queste sono le Raccomandazioni finali espresse nel Rapporto:
« […] il Gruppo CRC raccomanda: 1. Al Ministero della Salute e alla Commissione Salute della Conferenza delle Regioni di garantire risposte omogenee in tutto il territorio nazionale ai minori con disabilità, nella direzione di un superamento delle disparità e discrepanze della qualità dell’assistenza tra regioni/territori, definendo con accuratezza i Livelli Essenziali di Assistenza appropriati e riferendo annualmente l’esito dell’azione alla Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza e alla Commissione Salute della Conferenza delle Regioni; 2. Al Governo, ai Ministeri competenti e alle Regioni di recepire e rendere operative con urgenza in Italia le osservazioni del Comitato ONU concernenti le limitate informazioni sui minori con disabilità e, in particolare, la mancanza di dati statistici relativi alla fascia d’età 0-6 anni; 3. Alle Regioni e agli Enti Locali di realizzare, alla luce del decentramento delle politiche sociali a livello regionale, politiche e modelli di welfare regionali e locali di tipo “inclusivo”, ispirati ai princìpi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ponendo il diritto alla salute e l’accessibilità al centro delle azioni programmatiche e ad adoperarsi con le associazioni e le altre realtà che si occupano di disabilità, al fine di rendere effettivamente conosciuta ed applicata detta Convenzione in tutte le sue parti». (S.B.)
*Il Gruppo di Lavoro CRC
La Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC) è stata approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre del 1989 a New York ed è entrata in vigore il 2 settembre 1990. L’Italia l’ha ratificata il 27 maggio 1991 con la Legge 176/91. Ad oggi essa è stata ratificata da 193 nazioni, cioè praticamente da quasi tutti i Paesi, ed è lo strumento internazionale più ratificato al mondo.
Per verificare che i princìpi sanciti dall’importante documento siano effettivamente rispettati, le Nazioni Unite chiedono ad ogni Stato di redigere e presentare ogni cinque anni un rapporto. Inoltre, per dare voce anche al punto di vista della società civile, le Organizzazioni Non Governative e del Terzo Settore hanno la possibilità di elaborarne uno supplementare.
Per questa ragione nel 2000 è nato in Italia il Gruppo di Lavoro per la CRC che l’anno successivo ha redatto un rapporto sulla condizione dell’infanzia in Italia, supplementare a quello che il Governo Italiano aveva precedentemente presentato alle Nazioni Unite.
In seguito il Gruppo di Lavoro ha deciso di proseguire nella sua opera di monitoraggio, redigendo annualmente un rapporto di aggiornamento che verifica lo stato di applicazione della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza nel nostro Paese.
Anche nel maggio del 2008 il Gruppo di Lavoro ha predisposto un rapporto supplementare – pubblicato alla fine del 2009 – a quello che il Governo Italiano è tenuto a presentare al Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (disponibile cliccando qui).
Nel giugno del 2011, poi, il Gruppo di Lavoro per la CRC ha partecipato alla pre-sessione del Comitato ONU in cui è stata esaminata la situazione dell’Italia. Sono oggi ben 85 le associazioni e le organizzazioni non profit a far parte del Gruppo di Lavoro per la CRC e che hanno sottoscritto il Rapporto del 2008. A coordinarle è Save the Children Italia e tra esse vi sono ad esempio anche il CND (Consiglio Nazionale sulla Disabilità), l’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), la SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) e l’Associazione L’abilità di Milano.
Ricordiamo ancora che il testo integrale del 6° Rapporto di cui si parla nel presente testo è disponibile cliccando qui.Per ulteriori informazioni: coordinamento@gruppocrc.net.
Articoli Correlati
- La spesa sociale in Italia: 1990-2005 Uno studio approfondito sulla spesa sociale nel nostro Paese, che prende come riferimento tutti gli anni Novanta e l'inizio di questo decennio, presentando dati significativi e proponendo anche una serie…
- Donne e minori con disabilità: cosa dovrebbe esserci nel Terzo Programma d'Azione Nell’ampio e importante approfondimento che presentiamo oggi, Giampiero Griffo dettaglia una serie di specifiche linee di azioni che dovrebbero essere inserite nel nuovo Programma d’Azione dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle…
- La situazione dei bambini non è buona Quasi un minore italiano su quattro è esposto a rischio di povertà e poco meno di un milione di giovani abbandonano prematuramente gli studi, senza dimenticare i fenomeni di sfruttamento…