Parla senza riserve – e giustamente – di «doppia vittoria» la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), di fronte al Decreto-legge recante interventi urgenti per la promozione dell’occupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale nonché in materia di Imposta sul valore aggiunto (IVA), meglio noto come “Pacchetto lavoro”, approvato il 26 giugno, dal Consiglio dei Ministri.
In particolare, è all’articolo 9 del complesso provvedimento, che la Federazione guarda con soddisfazione, commentando i positivi risultati di due battaglie di cui in questi mesi essa è stata protagonista “in prima linea”.
La prima riguarda la delicata questione sollevata dall’INPS alla fine del 2012, con la tanto discussa Circolare 149/12, tramite la quale l’Istituto aveva stabilito che si guardasse anche al reddito del coniuge, per l’assegnazione delle pensioni di invalidità civile. Un provvedimento che, lo ricordiamo, era stato assunto non in base a norme parlamentari, ma ad interpretazioni contraddittorie emesse dalla Corte di Cassazione. Gli effetti di quella Circolare erano poi stati sospesi dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel gennaio scorso, in attesa di un’istruttoria dall’esito fino ad oggi incerto. Dal canto suo, la FISH aveva chiesto ripetutamente, in questi mesi, l’intervento del Legislatore, mentre la deputata Margherita Miotto aveva presentato una Proposta di Legge alla Camera (n. 538), per la quale la discussione doveva ancora iniziare.
Ebbene, il Governo ha ora anticipato il Parlamento, inserendo nel Decreto Legge approvato ieri proprio l’interpretazione autentica richiesta dalla FISH: il reddito da considerare è solo quello dell’interessato e non quello del coniuge. Il comma 5 dell’articolo 9 recita infatti testualmente che «il limite di reddito per il diritto alla pensione di inabilità in favore dei mutilati e degli invalidi civili, di cui all’articolo 12 della legge 30 marzo 1971, n. 118, è calcolato con riferimento al reddito agli effetti dell’IRPEF con esclusione del reddito percepito da altri componenti del nucleo familiare di cui il soggetto interessato fa parte».
«Ma c’è una seconda vittoria, più “silenziosa”», come si legge in una nota diffusa dalla FISH. «In queste settimane, infatti, qualcuno si chiedeva come mai non fosse stato ancora emanato il Decreto di Riparto del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali per il 2013 il cui rifinanziamento era costato tanto impegno nel corso della discussione della Legge di Stabilità per il 2013». «L’inghippo – prosegue il comunicato della Federazione – lo si trova nella Legge 213/12 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, recante disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012), in cui il secondo articolo prevedeva che i trasferimenti dallo Stato alle Regioni venissero ridotti se queste ultime non avessero rispettato alcuni princìpi relativi ai “costi della politica” e non solo. La stessa norma (articolo 2, comma 1) stabiliva poi che a questo taglio dei trasferimenti facessero eccezione solo i fondi relativi ai trasporti pubblici e al servizio sanitario. Null’altro. Quindi, tecnicamente, la norma avrebbe inciso anche sul Fondo Nazionale per le Politiche Sociali non incluso appunto nelle eccezioni! Ora, quanto mai opportunamente, il Decreto Legge appena approvato ha incluso nelle eccezioni le risorse per le politiche sociali e per le non autosufficienze e finalmente i Decreti di Riparto e l’assegnazione alle Regioni possono essere effettuati».
«Ci auguriamo – commenta a questo punto Pietro Barbieri, presidente della FISH – che su questi due commi vi sia l’unanimità da parte delle Camere. Infatti, se davvero vi è interesse per l’inclusione delle persone con disabilità, i Parlamentari possono dedicare le loro energie a emendare il Decreto Legge per favorirne ulteriormente l’accesso al lavoro. Ottimo, in questo àmbito, va per altro ritenuto il rifinanziamento del Fondo specifico per la Legge 68/99 [“Norme per il diritto al lavoro dei disabili”, N.d.R.]».
Da ultima, ma non certo ultima, un’ulteriore buona notizia arrivata dal Consiglio dei Ministri è l’approvazione del Piano (o Programma) d’Azione Italiano per la Promozione dei Diritti e l’Integrazione delle Persone con Disabilità, documento di respiro biennale, definito nel febbraio scorso – dopo un processo molto partecipato che ha visto per protagonisti i rappresentanti istituzionali, le associazioni, le forze sindacali e altre organizzazioni -, da parte dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità, organismo, quest’ultimo, previsto dalla Legge 18/09 di ratifica della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, della quale tutela, monitora e promuove i princìpi.
È quindi decisamente promettente il percorso che dovrà portare, il 12 e 13 luglio prossimi, alla Quarta Conferenza Nazionale sulle Politiche della Disabilità di Bologna. (S.B.)