«Un’immersione completa nella “mediazione”, un’esperienza che diventa per i bambini e le loro famiglie un’opportunità di trascorrere un periodo, al tempo stesso di svago e di lavoro, in un ambiente protetto. Molto più di una semplice vacanza, perché le famiglie sono coinvolte in un clima dove bisogna sperimentare la “mediazione”, per imparare a cambiare divertendosi. I bambini, insieme alle loro famiglie, e tra di loro, si mettono in gioco per superare le loro difficoltà (cognitive, comportamentali, relazionali o altro) grazie appunto alla teoria dell’“apprendimento mediato”».
Viene presentato così il nuovo Campus Imparole, dedicato al tema Pane, marmellata e miele, promosso dall’omonima Cooperativa di Cernusco sul Naviglio (Milano), dopo la prima, felice esperienza del 2012. L’iniziativa prenderà il via lunedì 1° luglio e si protrarrà fino a sabato 6, presso una casa-vacanze di Edolo (Brescia).
Alla base dell’esperienza – che coinvolgerà quindici famiglie di bimbi e ragazzi con difficoltà cognitive, comportamentali e relazionali – vi saranno, come detto, la “mediazione” e l’“apprendimento mediato”, ovvero i concetti fondanti del cosiddetto “Metodo Feuerstein”, la nota strategia elaborata dallo psicologo israeliano Reuven Feuerstein, per sviluppare l’intelligenza di bambini con problemi di apprendimento, disabilità intellettive o sindrome di Down.
«Il bambino – spiegano i rappresentanti della Cooperativa Imparole – impara non solo perché è esposto agli stimoli dell’ambiente, ma anche, e soprattutto, perché tra lui e l’ambiente si inserisce una figura, un genitore che si prende cura di lui, che interviene esplicando una preziosa funzione di mediazione. Il “mediatore”, infatti, guidato dall’intenzione e da tutto il suo patrimonio affettivo, emozionale e intellettivo, seleziona e organizza gli stimoli che devono arrivare al bimbo e i primi “mediatori” sono proprio i genitori, che lo aiutano a imparare e ad affrontare la vita quotidiana, grazie alla loro capacità di filtrare e adeguare gli stimoli. Ecco perché, durante esperienze del genere, è importante approfondire la “mediazione” nel quotidiano, sperimentandola durante qualsiasi momento della vacanza».
Vacanza, va aggiunto, che sarà interamente autogestita dallo staff, dai volontari e dalle famiglie, con la presenza di una sola figura esterna, una cuoca, che curerà la preparazione dei pasti.
Durante il Campus di Edolo, quindi, i ragazzi e le loro famiglie – coinvolte in tutti i loro componenti – avranno la possibilità di sviluppare le proprie capacità, sperimentando numerose attività sia creative, sia a contatto con la natura, sia sportive, e soprattutto, nella gestione della quotidianità. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: corsi@imparole.it.
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