Più di trenta giovani con sindrome di Down, tra i 15 e i 28 anni e dodici operatori locali hanno partecipato alla fase conclusiva del progetto promosso dall’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), con il nome di Autonomamente Grandi.
Si è trattato, in sostanza, di due settimane intensive di attività sul tema dell’autonomia, svoltesi ad Alba Adriatica (Teramo), Sabaudia (Latina) e Livorno (Parco del Mulino), dall’1 al 19 giugno, con il coinvolgimento delle Sezioni AIPD di Avellino, Catanzaro, Foggia, Macerata, Matera e Termini Imerese (Palermo). I partecipanti hanno potuto quindi passare una settimana di soggiorno da soli con i propri operatori, imparando a vivere in autonomia, muovendosi cioè da soli nelle strade della propria città, prendendo un autobus, facendo degli acquisti, pagando una bolletta all’ufficio postale, andando a mangiare una pizza con gli amici e altro ancora.
Autonomamente Grandi aveva vissuto, nel corso dell’anno, alcuni passaggi precedenti, a partire da una settimana di residenzialità nelle sedi locali, lavoro poi continuato con ben sette incontri per ogni gruppo nella propria Sezione, articolati attraverso attività educative pratiche, in sede e fuori. La formazione a distanza degli operatori, invece, si è svolta tramite una piattaforma di dialogo multimediale (AIPD Formazione).
Queste attività hanno avuto come obiettivo anche la sensibilizzazione delle famiglie sul tema delle autonomie, con incontri di sostegno e confronto. In tal senso, già dall’avvio del progetto – realizzato grazie a un finanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – era stato avviato uno sportello nazionale su Autonomia e Vita Indipendente.
«Grazie a questo progetto – spiega Monica Berarducci, che ne è stata la responsabile – sono stati avviati nuovi corsi, formati nuovi operatori e permesso ai giovani con sindrome di Down di conoscersi, effettuare delle attività educative e utili all’apprendimento/consolidamento di competenze di autonomia personale e sociale, ma anche divertenti e stimolanti. L’esperienza è risultata inoltre centrale per la sensibilizzazione di alcuni territori, dove stereotipi e pregiudizi sono ancora difficili da scardinare».
Un altro dei responsabili AIPD del progetto, Francesco Cadelano, aggiunge: «Con questa iniziativa, abbiamo potuto avviare, in realtà territoriali con poche risorse economiche, attività concrete per giovani ragazzi con sindrome di Down, che sono cresciuti sperimentando realmente numerose abilità di autonomia». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampaaipd@gmail.com (Marta Rovagna).
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