«La stima minima è di due-trecentomila visitatori con disabilità, vale a dire il 2-3% del totale dei visitatori attesi a Milano per l’Expo 2015, ma il tema dell’accessibilità sembra interessare assai poco, se è vero che nessun rappresentante delle associazioni delle persone con disabilità è stato invitato alla presentazione dell’evento, il 7 luglio scorso alla Villa Reale di Monza».
Lo si legge in una nota della LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), organizzazione già da alcuni anni impegnata a sollevare la questione dell’accessibilità dell’Expo 2015 di Milano, anche partecipando a convegni dedicati all’evento.
«Questa assenza – sottolinea Franco Bomprezzi, presidente della LEDHA, oltreché direttore responsabile del nostro giornale – dà l’idea di quanto poco sia tenuto in considerazione il tema della disabilità ed è un fatto grave che una fetta di mondo come quella delle persone con disabilità non rientri nell’orizzonte dell’Expo, dimenticando, tra l’altro, che la rete della mobilità milanese non è affatto pronta per numeri come quelli attesi».
Bomprezzi, tuttavia, si dichiara ottimista ed è convinto che alla fine si otterranno buoni risultati, a patto, però, «di partire dal basso, dalle nostre reti. Non ci possiamo infatti aspettare niente dalla Società Expo». Al Comune di Milano, invece, il Presidente della LEDHA chiede di «fare la propria parte sino in fondo, con i fatti e non solo con le parole». (S.B.)
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