In questi giorni è giunto in Parlamento il testo di riforma dell’ISEE, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, strumento attraverso il quale viene regolato l’accesso – soprattutto nei termini della compartecipazione al costo – a una serie di servizi e prestazioni fondamentali per la tutela dei diritti, le pari opportunità, l’inclusione sociale di quelle persone e famiglie che sono pericolosamente e maggiormente esposte al rischio di povertà ed esclusione sociale. È particolarmente importante, quindi – come ribadito più volte in questi mesi da numerose associazioni di persone con disabilità -, che questo Indicatore sia omogeneo su tutto il territorio nazionale, per evitare sperequazioni e carichi economici eccessivi sulle famiglie e sulle persone.
Dal canto suo, l’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) ha seguito attentamente l’iter della rideterminazione dell’ISEE, contribuendo anche alla stesura del testo, nel corso delle apposite consultazioni, cui ha partecipato all’interno della delegazione della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handiap). E tuttavia, dopo l’ultima stesura, la Conferenza Stato-Regioni ha in parte modificato il testo originario, consentendo alle Regioni e ai Comuni di individuare ulteriori criteri di definizione dell’ISEE: il rischio di un’applicazione disomogenea, quindi, appare ora estremamente concreto e in tal senso l’ANFFAS – non a caso subito dopo la quarta Conferenza Nazionale sulle Politiche della Disabilità di Bologna – torna sul tema, per chiedere una rapida approvazione, ma caldeggiando anche opportune migliorie.
«La nostra Associazione – spiega Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS – segue con sentita attenzione la rideterminazione dell’ISEE perché a questa sono realmente collegate le condizioni di vita di migliaia di cittadini con disabilità e delle loro famiglie in tutta Italia. L’accesso ai servizi, specie quelli inclusivi, al momento, è colmo di discriminazioni, disomogeneità territoriali e vessazioni, che spesso trovano il loro epilogo nelle aule dei Tribunali. Occorre dunque che il nuovo testo venga approvato in termini rapidi e che i criteri dell’ISEE diventino univoci in tutta Italia, visto che lo stesso strumento, finora, è stato indicato come Livello Essenziale di Assistenza. Il testo attuale, perciò, non dev’essere stravolto o peggiorato, né tradursi in un ennesimo tentativo di limitare l’accesso alle prestazioni o di scaricarne gran parte del costo sui cittadini con disabilità e sulle loro famiglie».
«Infatti, il rischio concreto – prosegue Speziale – è che le persone con disabilità e le famiglie, già discriminate, escluse e impoverite, siano costrette a rinunciare, per l’alto costo, all’accesso a servizi e prestazioni essenziali per il rispetto dei loro diritti umani e che esistono proprio per tentare di garantire loro parità di opportunità e non discriminazione, in condizioni di uguaglianza con gli altri cittadini».
«Auspichiamo quindi – conclude il Presidente dell’ANFFAS – che le Commissioni Parlamentari si adoperino per una rapida approvazione del Decreto, non tralasciando possibili interventi di miglioramento, il primo dei quali sia una maggiore attenzione ai minori con disabilità, poiché nel testo attuale la rilevanza di questa condizione è limitata ai maggiorenni, il secondo, invece, il riconoscimento del peso, anche economico, che riveste il lavoro di cura da parte dei familiari. E ovviamente va eliminata la possibilità per le Regioni e i Comuni di modificare a proprio piacimento l’ISEE, pena l’inutilità stessa di questo sforzo regolamentare».
L’ANFFAS, quindi, intende continuare a vigilare e a stimolare i lavori delle Commissioni Parlamentari, perché il testo finale del nuovo ISEE diventi lo strumento principe per una maggiore equità sostanziale nel nostro Paese e non una ennesima vessazione. (Roberta Speziale)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@anffas.net.