Attendiamo risposte sulla Vita Indipendente in Lombardia

«Senza illusioni – dichiarano i rappresentanti del Comitato Lombardo per la Vita Indipendente, che nei giorni scorsi ha indetto una protesta davanti alla Regione Lombardia, per chiedere impegni precisi sui finanziamenti indiretti per l’assistenza personale – ma consapevoli dei nostri diritti, attendiamo provvedimenti certi, per dimostrarci, almeno una volta, che si hanno davvero a cuore i nostri problemi e la nostra felicità»

Particolare di persona in carrozzina che entra in un localeCome avevamo riferito nei giorni scorsi, il Comitato Lombardo per la Vita Indipendente delle Persone con Disabilità ha dato vita il 18 luglio scorso a Milano, davanti alla sede della Regione Lombardia, a un volantinaggio di protesta, iniziativa attuata per chiedere impegni precisi, al Governo Regionale, sui finanziamenti indiretti per l’assistenza personale, ritenuti l’intervento principale che garantisce il Diritto alla Vita Indipendente delle persone con disabilità che ne facciano richiesta.

Per l’occasione, alcuni rappresentanti del Comitato hanno avuto un incontro con Maria Cristina Cantù, assessore regionale alla Famiglia, alla Solidarietà Sociale e al Volontariato, con Giovanni Daverio, direttore generale per la Famiglia nella Regione Lombardia e con Virginio Marchesi, collaboratore dell’Assessore Cantù, che pur portando a sospendere la protesta, non ha certo lasciato soddisfatti i promotori della stessa, che ora seguiranno con attenzione gli sviluppi della questione.
Da una parte, infatti, è stata sottolineata la necessità di rivolgersi non alla Regione, ma ai Piani di Zona, per ottenere i finanziamenti per la Vita Indipendente. Dall’altra, poi, il funzionario Marchesi ha voluto descrivere le difficoltà che esistono a suo dire, per un Pubblico Amministratore, nel definire la Vita Indipendente e i vari aspetti di essa. Un argomento, questo, ovviamente contestato dal Comitato Lombardo, che ha ricordato anche gli “esempi virtuosi” diffusi senza problemi già in alcune Regioni d’Italia (Sardegna, Veneto e Toscana, tra le altre).
«Ma perché mai – commenta in tal senso Ida Sala per il Comitato – l’Amministratore di un Comune dovrebbe essere contrario a poter disporre di uno strumento che mette una o un suo cittadino con disabilità in condizione di autodeterminarsi, nel caso che lo desideri? E anche se così fosse, non sarebbe suo dovere dare attuazione alla Costituzione italiana e alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, Legge dello Stato Italiano dal 2009, che all’articolo 19 sancisce esattamente il diritto alla Vita Indipendente? E la stessa responsabilità non appartiene forse anche all’Amministrazione Regionale?».

«Ci hanno in ogni caso congedato – conclude Sala – con la promessa che durante l’estate la Regione incontrerà l’ANCI Lombardia (Associazione Nazionale Comuni Italiani), per chiarire la questione. Senza illusioni, quindi, ma consapevoli dei nostri diritti, ci attendiamo che da tale incontro emergano indicazioni certe e responsabilità precise, dimostrandoci almeno una volta, dopo dodici anni, che si hanno davvero a cuore i nostri problemi e la nostra felicità. E purtroppo, non è certo un buon viatico il fatto che proprio in questi giorni sia stato approvato l’assestamento del Bilancio, da parte del Consiglio Regionale della Lombardia, bocciando per l’ennesima volta un Ordine del Giorno presentato dalla minoranza, riguardante i progetti di Vita Indipendente!». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: vitaindiplombardia@yahoo.it.

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