«Senza politiche, risorse e servizi, l’inclusione delle persone con disabilità rimane un miraggio»: lo si legge in una nota diffusa in queste settimane dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), i cui rappresentanti hanno in tal senso incontrato vari Parlamentari di tutti gli schieramenti e partiti, avanzando proposte ed evidenziando emergenze, al di là del tema più “caldo”, quello della riforma dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), strumento che determina l’accesso alle varie prestazioni e la partecipazione alla spesa da parte delle persone con disabilità e delle loro famiglie e sulla situazione del quale si diffonde ampiamente, in un editoriale pubblicato in altra parte del nostro giornale, il presidente della FISH Pietro Barbieri.
A proposito, ad esempio, del Programma d’Azione sulla Disabilità, ambizioso documento biennale, presentato in luglio dal Governo alla Conferenza Nazionale di Bologna sulle Politiche della Disabilità, ove si riprendono i princìpi generali della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, articolando su sette linee di intervento gli aspetti più importanti per la realizzazione della piena inclusione e individuando le varie azioni necessarie, «esso – secondo la Federazione – va attuato con l’impegno di tutti gli attori istituzionali e con il coinvolgimento delle associazioni».
E tuttavia, prosegue la nota della FISH, «nel Paese si raccolgono segnali non certo incoraggianti. L’INPS, ad esempio, dopo una fallimentare campagna che in quattro anni ha sottoposto a controllo 800.000 persone con disabilità, ottenendo sostanzialmente l’unico risultato di rafforzare lo stigma e il pregiudizio, sta ora avviando, su mandato del Parlamento, altri 450.000 controlli, con spese enormi quanto inutili per l’erario e con rinnovati disagi per le persone con disabilità».
E ancora, «le risorse per il Fondo per le Politiche Sociali e per la Non Autosufficienza per il 2014 sono pari a zero», mentre «localmente alcune Regioni stanno avviando politiche che riporteranno le persone con disabilità nella marginalità e alla segregazione». Due esempi per tutti, vengono citati dalla Federazione e riguardano situazioni di cui anche su queste pagine abbiamo già dovuto ampiamente occuparci: «la Regione Marche ha appena approvato una Deliberazione [Deliberazione di Giunta Regionale n. 1011/13, N.d.R.] che di fatto spinge le persone disabili verso gli istituti, sopprimendo ogni esperienza di piccola comunità, di casa alloggio, di residenzialità e la Regione Veneto sta praticando lo smantellamento del sistema di sicurezza sociale additato ad esempio negli anni scorsi, con tagli di 45 milioni al sociale di cui 27 destinati a persone disabili, famiglie, minori, nidi e scuole».
Altri segnali preoccupanti, infine, arrivano, secondo la FISH, dalla Lombardia, con una «marcia indietro sui contributi per la Vita Indipendente» o dall’Abruzzo. «Per tacere – conclude il comunicato della Federazione – di quelle Regioni come la Calabria e la Campania, dove la spesa per il sociale e per la disabilità sono da sempre sotto la soglia della dignità». (S.B.)
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