Scegliamo una chiave un po’ più “dura” oppure ne preferiamo una decisamente più grottesca, per raccontare l’ennesima storia di discriminazione nei confronti di una persona con disabilità, in questo caso visiva? Non c’è che l’imbarazzo della scelta, almeno secondo quanto riportato da alcune testate che si sono occupate della vicenda, ma come sempre lasceremo giudicare ai Lettori.
Kedrit Shalari è una giovane studentessa albanese, non vedente, che vive in Italia da circa dieci anni e che qualche giorno fa stava tornando nel nostro Paese, con il traghetto Voyager European della Compagnia European Ferries, che collega Valona a Brindisi. Insieme a lei l’inseparabile e insostituibile cane guida Vera, non del tutto “gradita”, però, a due persone dello staff di bordo, al punto da indurre Kedrit, non appena giunta in Puglia, a sporgere denuncia presso la Stazione dei Carabinieri di Racale (Lecce).
Infatti, secondo quanto riferisce la testata «Leggo.it», nel negare a Kedrit l’accesso all’interno dell’imbarcazione, «gli operatori – come lei stessa racconta – si rifiutavano di leggere la documentazione del cane, che attesta la possibilità di accesso a ogni luogo ed esercizio pubblico dei cani guida, anche laddove ai cani è vietato l’ingresso. Lo staff, quindi, ha minacciato di espellermi dal traghetto, se non mi fossi spostata da tale area, buttandomi a mare insieme al mio cane guida… Mi hanno intimato, poi, di viaggiare sul ponte, all’aperto, per un viaggio di durata di 5 ore e mezzo. Ma il ponte di un traghetto è adibito a zona fumatori, e non al trasporto viaggiatori». Nonostante un’esplicita richiesta, infine, nessun colloquio è stato consentito con il capitano del traghetto.
Vale ora certamente la pena riprendere quasi integralmente le dichiarazioni prodotte da Panagis Valentis, comandante del traghetto, così come le riporta la testata «Giornalettismo». Dopo infatti avere porto (e ci mancherebbe!) «il nostro più sentito rammarico alla signora Kedrit Shalari, a nome della compagnia e dell’intero corpo dell’equipaggio, per avere appreso che durante il viaggio da Valona per Brindisi, abbia avuto l’impressione di essere stata maltrattata e discriminata», il Comandante, pur senza far riferimento alla pesante espressione che sarebbe stata rivolta alla giovane («Buttiamo a mare te e il tuo cane», lo ricordiamo), parla di «un’indagine tutt’ora in corso, dalla quale si evince che il comandante di bordo si è subito informato delle condizioni della donna e ha disposto che un marinaio la accompagnasse usufruendo dell’ascensore che già di per sé dispone di quanto necessario per il corretto utilizzo di persone non vedenti».
Questo fatto, ovvero l’assegnazione di un marittimo dedicato, secondo Valentis, «è stato probabilmente frainteso come lesivo e discriminatorio della propria persona, ma è prescritto da normative comunitarie». Motivi di sicurezza, quindi, come quelli sin troppo spesso invocati dalle compagnie aeree, per creare ostacoli e problemi alle persone con disabilità.
«Nel momento in cui la signora Shalari manifestava l’intento di recarsi una seconda volta presso il vano ristorante – prosegue il Comandante -, l’ufficiale di sicurezza, avendo ricevuto già da diversi passeggeri, tra i quali molti bambini e persone anziane, segnalazione del cane sprovvisto di museruola, evidenziavano [sic] l’impossibilità di fare accedere il cane al locale ristorante segnalando in alternativa di ricoverare il cane presso l’apposito canile della nave o rimanere seduta mentre il personale di bordo si sarebbe premurato di recarle quanto da lei desiderato».
Ed ecco la “scivolata nel grottesco”. Quale sistemazione, secondo Valentis, sarebbe stata assegnata a Kedrit dal «marittimo a lei dedicato»? Ma naturalmente «un confortevole posto presso uno dei tavoli con salottini con vista mare nel corridoio sul Deck 6, adiacente alla reception»…
Come commentare, a questo punto, le parole di chi si difende da un’accusa di discriminazione sostenendo di avere assegnato a una persona cieca un posto «con vista mare»?…
Di fronte perciò a chi invoca «normative comunitarie», preferiamo semplicemente ricordare una Legge italiana, in vigore da quasi quarant’anni, che sin troppo spesso siamo costretti a citare su queste pagine. Si tratta della Legge 37/74 (modificata dalla Legge 60/06 e successive variazioni), che garantisce l’accesso dei cani guida ovunque, in quanto inseparabili ausili per la persona non vedente. Altro che «ricoverare il cane presso l’apposito canile della nave»… (S.B.)
Ringraziamo Gabry Filistrucchi per la segnalazione.