“Falsi invalidi”: l’informazione che diventa “pornografia”

Come giudicare altrimenti, infatti, un’informazione che continua a chiamare “falsi invalidi” dei truffatori, rendendo addirittura quelle parole “l’icona dello spreco e della truffa” e presentando ogni volta i dati come “nuovi”, senza considerarne l’evoluzione storica, come si fa appunto nella pornografia? «E la mancanza di storia – scrive Andrea Pancaldi – è il furto più dannoso perpetrato sulla pelle delle persone con disabilità e a danno della cultura della disabilità»

Disegno di Altan (© Quipos)

Un noto disegno di Altan, dedicato alla cattiva informazione (© Quipos)

Nemmeno nel periodo estivo si è esaurito il tam tam sul “falso invalido”, legato a singoli casi di cosiddetti “falsi ciechi”, a 144 presunti “falsi invalidi” scoperti a Ragusa e, soprattutto, ai comunicati stampa della Guardia di Finanza di giugno e agosto, con i dati relativi alle azioni contro le truffe alla Pubblica Amministrazione.
Come sempre ci interessano soprattutto tre aspetti:
– come avviene nei media il processo di costruzione del “falso invalido” (linguaggio usato, omissioni, coerenza tra titolo e testo…);
– i dati citati e la loro economia nel contesto dell’articolo;
– il modificarsi nel tempo della stessa notizia, che invece nei media appare sempre come nuova (esempio, questo, di uno stile giornalistico di tipo prettamente “pornografico”).
Ma andiamo per ordine

Giugno 2013
In occasione del 239° anniversario della sua fondazione, la Guardia di Finanza emette, il 21 giugno, un comunicato stampa, con i dati della sua azione repressiva contro crimini e frodi aggiornati a maggio, in cui titola, tra l’altro: «…denunciati 3.644 truffatori tra falsi invalidi [sempre al primo posto, N.d.R.] e falsi poveri». Poi nel testo del comunicato compare sostanzialmente questa “classifica”: «55.000 negozianti che non emettono scontrino (33% su 166mila controlli); 14.000 lavoratori in nero; 3.500 evasori totali; 1.500 falsi poveri; 154 falsi invalidi».
Ma cosa succede nell’informazione su carta e on line, quotidiani, agenzie, siti? Vediamolo insieme qui di seguito.
– Agenzia ADN Kronos: Fiamme Gialle: in primi cinque mesi 2013 denunciati. 3.644 falsi invalidi e falsi poveri.
– Sito del TGCOM24: Fiamme Gialle: 3.600 falsi poveri e falsi invalidi (unica fonte, va detto, che riprende all’interno il dato che i falsi invalidi sono in realtà 154).
– Portale Tiscali: In 7 mesi la finanza scopre danni erariali per oltre un miliardo. Oltre 3.000 tra falsi invalidi. Qui va notato il titolo troncato dopo la parola «falsi invalidi», come a dire «detto tutto, niente da aggiungere»…
– Sito del quotidiano Libero: Fiamme Gialle: in primi cinque mesi 2013 denunciati 3.644 falsi invalidi e falsi poveri.

Ebbene, in nessuna di queste informazioni viene fatta distinzione tra “falsi invalidi” e “falsi poveri” e – nonostante i dati infinitamente superiori di altre “categorie” – il “falso invalido” rimane come icona della truffa, del parassitismo, dell’evasione fiscale e previdenziale.

Agosto 2013
Nuovo comunicato stampa, il 7 agosto, della Guardia di Finanza, sugli stessi argomenti, ma con l’aggiornamento dei dati a fine luglio. I giornalisti, però, sono in ferie e la cosa viene ripresa all’unisono da tutte le testate solo il 24 agosto, al rientro dalle vacanze (di giornalisti e lettori).
Il comunicato precisa, tra gli altri dati, che l’azione delle Fiamme Gialle ha portato a individuare «1.844 falsi poveri e 1.565 falsi invalidi per un totale di 3.409 casi». Quindi diminuisce il dato rispetto a quello di giugno di circa 200 unità, ma i “falsi invalidi” aumentano del 1.197%…
Vediamo anche qui le ricadute nel mondo dell’informazione.
– Sito del Sole24Ore: Guardia di Finanza, scoperti 3.150 falsi invalidi e poveri. Sprechi per 1,5 miliardi.
– Agenzia Quotidiano Sanità: Finti poveri. Truffe allo Stato per 1,5 miliardi. La metà delle esenzioni ticket è fasulla. Questa è l’unica fonte che cita anche il numero dei falsi braccianti agricoli, per la precisione 5.600, che potrebbero anch’essi essere inseriti nella “classifica” sopracitata (per la verità, nel comunicato della Guardia di Finanza di giugno questo dato non compare. Esso, comunque, viene citato anche in un altro sito).
– Sito del Fatto Quotidiano: Nel 2013 oltre 2,5 miliardi di truffe ai danni dello Stato. Qui il titolo è abbastanza corretto, ma poi nel sottotitolo si riprende la solita musica: «Le Fiamme gialle fanno sapere di aver portato a termine 12.500 operazioni a tutela della spesa pubblica in 7 mesi, in cui oltre 3mila falsi invalidi o beneficiari di indebite erogazioni sono stati denunciati…».
– Sito Rassegna.it: Fisco: Gdf, trovati oltre 3mila falsi invalidi nel 2013. Questo sito riprende pari pari una news dell’ADN Kronos e anche qui, pur essendo nei numeri minoritario, il “falso invalido” diventa il protagonista del titolo.
– Sito Diario del Web.it: Frodi e sprechi, la Guardia di Finanza scopre 3.150 falsi invalidi. Idem come sopra.

In conclusione
Rispetto ai tre aspetti di interesse ricordati all’inizio, alcune brevi considerazioni sono quanto meno opportune:
– il “falso invalido” e il “falso cieco”, al di la dei numeri, restano per l’informazione l’icona dello sperpero e della truffa. E questo nonostante i numeri infinitamente maggiori di altre “categorie” e senza ragionare, ovviamente, e in termini giornalistici, come se si trattasse di una guerra tra, appunto, “poveri”;
– i dati confermano l’entità del reale fenomeno dei “falsi invalidi”: 1550 all’anno circa, che balzano alle cronache dell’informazione, come nel 2012 e 2011, per poi ridursi considerevolmente con lo svolgersi delle indagini e/o dei ricorsi attuati contro la sospensione o la revoca di assegni e pensioni;
– nell’informazione le stesse vicende – legate a singoli casi o a dati diffusi alla stampa in tempi diversi e/o sottolineando differenti aspetti della materia – non vengono trattate con una logica di continuità, che tenga conto dei vari passaggi, dell’evoluzione delle vicende e dei dati ad esse connesse; si pensi, ad esempio, al “caso Berlusconi/escort” e alle minuziose ricostruzioni che via via aggiornavano gli eventi, i modi, i tempi e la successione di questi. Parlando invece di “falsi invalidi” e in genere di questo tipo di truffe allo Stato, per l’informazione ogni volta il dato è “nuovo”, in una visione, appunto, di tipo “pornografico” in cui gli atti (…sessuali, nel senso più conosciuto del termine) si susseguono l’uno all’altro meccanicamente, senza relazioni tra loro, senza una storia.
E la mancanza di storia è l’ingrediente primo – per la stampa e nella stampa – per la creazione della retorica del “falso invalido”.
E la mancanza di storia è anche il furto più dannoso che viene perpetrato sulla pelle delle persone con disabilità e a danno della cultura della disabilità.

Redazione Sportelli Sociali del Comune di Bologna.

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