Sostegno: una proposta di ricorso collettivo nazionale

Già in molti hanno aderito all’iniziativa lanciata tramite Facebook da due madri di ragazzi con disabilità, il cui obiettivo è quello di avviare un ricorso collettivo nazionale, volto a ottenere le giuste ore di sostegno per tutti gli alunni che ne abbiano necessità, con ovvio e indubbio vantaggio economico

Bimbo alla lavagan con aria corrucciataL’iniziativa – cui abbiamo già accennato qualche giorno fa anche nel nostro giornale – parte da due madri di ragazzi con disabilità, Silvia Biella e Santina Garino, e passa per una pagina Facebook ad essa espressamente dedicata, dal titolo: Sostegno per tutti. Proposta di ricorso collettivo nazionale.
«Siamo nuovamente alle porte di un nuovo anno scolastico – vi scrivono le promotrici – e torneremo a bussare alle porte delle Direzioni Scolastiche, chiedendo riscontro alle parole tanto paventate di diritto, sostegno, integrazione. Oramai reduci da anni di risposte promettenti che non diventano mai realtà soddisfacenti né in termini di ore assegnate, né (tanto meno) in ordine di qualità d’integrazione, quest’anno ci rivolgeremo ad uno studio specializzato in diritto scolastico. La strada è quella del ricorso al TAR [Tribunale Amministrativo Regionale, N.d.R.] o (a discrezione dei professionisti che ci guideranno) del ricorso per discriminazione alla Magistratura Civile».

I destinatari del messaggio, dunque, sono tutti coloro che ritengano di voler partecipare alla causa collettiva nazionale – indipendentemente dal genere, dall’ordine e grado della scuola interessata -, con ovvio e indubbio vantaggio economico, dal punto di vista delle spese legali, che saranno minori quanti più decideranno di aderire all’iniziativa. E a tal proposito va detto che hanno già abbondantemente superato il migliaio le famiglie che hanno deciso di rispondere positivamente all’appello.
«Crediamo che ogni famiglia con un ragazzo disabile – sottolineano ancora Biella e Garino – vorrebbe fare ricorso, ma che finora solo pochi ci siano riusciti, un po’ per i costi, un po’ per le competenze e l’organizzazione che un’azione legale comporta. Tanti hanno ricevuto promesse per quest’anno, che sicuramente non saranno mantenute, ma è giusto che possano verificarlo. Entro metà ottobre, quindi, metteremo insieme tutti gli incartamenti e speriamo che, in un paio di mesi, l’iter si concluda». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti e per aderire all’iniziativa: ricorso.collettivo@gmail.com.

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