«Con l’incontro avvenuto il 12 settembre scorso in Regione, è stato avviato il percorso di confronto per l’adozione della Legge Regionale sul Sistema Integrato degli Interventi e dei Servizi Sociali nel Lazio. Esprimiamo innanzitutto soddisfazione per il percorso partecipativo pubblico proposto dalla Giunta Regionale».
Lo si legge in una nota della FISH Lazio (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), secondo la quale «la presentazione ufficiale delle linee guida della futura normativa ha permesso l’individuazione di gruppi di lavoro ben definiti, in cui il Terzo Settore potrà offrire il proprio fondamentale contributo nelle varie fasi di avanzamento della Proposta di Legge. La sfida è veramente importante sia dal punto di vista delle aspettative di una governance sociale allargata, sia rispetto all’integrazione socio-sanitaria, aspetti decisivi che lasciano intendere l’impegno di questa Giunta nel compimento di un salto di qualità che vada oltre la semplice riorganizzazione del welfare esistente».
«La declinazione del concetto di livelli essenziali e l’effettiva introduzione del concetto di progetto personalizzato – conclude il comunicato della Federazione – rappresentano inoltre due elementi determinanti nell’adozione di innovazioni possibili, anche attraverso i modelli del budget di salute e dei percorsi di Vita Indipendente. Le organizzazioni federate alla FISH Lazio sono pronte a fare la loro parte, sia riguardo agli aspetti settoriali che a quelli trasversali».
Un iter, quindi, assai promettente, sia per i metodi che per i contenuti, anche se naturalmente – di fronte a cambiamenti tanto radicali e delicati – il lavoro dovrà essere fitto e puntuale e non sempre così semplice.
Una criticità da superare nel Comune di Roma, ad esempio, viene già segnalata da Carla Patrizi, presidente della Consulta H del Secondo Municipio della Capitale e consigliera della stessa FISH Lazio, rispetto alla notizia che a seguito della citata Proposta di Legge – che prevede anche il riordino dei Municipi romani – l’Unità ASL RM A avrebbe presentato in Regione una proposta di Atto Aziendale, contenente tra l’altro l’unificazione dei Municipi II e III in un unico Distretto Sanitario, l’accorpamento di quattro unità territoriali in una sola (con un unico responsabile per entrambi i territori municipali), oltre alla volontà di unire la TSMREE (Tutela della Salute Mentale e Riabilitazione dell’Età Evolutiva 0-18 anni) del già 2° e 3° Distretto, con l’Unità disabili Adulti e Anziani.
«Qualora questo progetto fosse reso operativo – ha scritto Patrizi in una lettera inviata ai responsabili dell’ASL RM A – alla luce dei problemi legati alla carenza di personale all’interno dell’Azienda e della scarsezza di assistenti sociali che ruotano a turnazione nei vari Distretti, ci chiediamo come sarà possibile garantire ai cittadini l’erogazione dei servizi e la presa in carico delle persone con disabilità e anziane. Chiediamo quindi chiarimenti e che tale scelta non sia a scapito della specificità, del sapere acquisito dopo anni di sacrifici e di duro lavoro. Infatti, nonostante le difficoltà e i tagli all’assistenza, in questi dieci anni abbiamo lavorato in perfetta sinergia con i servizi ASL, garantendo una decorosa qualità di vita all’utenza. Chiediamo inoltre il rispetto della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa.lazio@fishonlus.it; carla_patrizi@virgilio.it.
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