Da una prima analisi condotta con il lettore di schermo delle pagine del sito Libri Italiani Accessibili.it – servizio reso disponibile nell’àmbito dell’omonimo progetto, «per offrire a chi ha disabilità visive le stesse possibilità di tutti gli altri lettori», come si legge nella presentazione – emerge un’esperienza di navigazione sofferta e confusionaria. Diverse criticità, infatti, minano la piena comprensione dei contenuti, inducendo più volte l’utente all’abbandono della sessione internet.
Innanzitutto, dal punto di vista semantico si lamenta una scarsa coerenza delle etichette assegnate ai link principali dell’home page in relazione all’effettiva funzionalità delle pagine collegate. La parola “catalogo”, ad esempio, è utilizzata in maniera impropria poiché identifica la sezione del sito dedicata alla vetrina delle offerte, ovvero dei titoli che per una qualche ragione si è deciso di mettere in evidenza. Al suo interno non è possibile effettuare alcuna ricerca, non sono presenti form e non è possibile interagire con il catalogo stesso. Si tratta quindi, in tutto e per tutto, di una vetrina promozionale, incentrata sugli editori e non sul libro.
La sezione Ricerca, di pari passo, offre un form che attinge informazioni dalla vetrina, rendendo insoddisfacenti la maggior parte delle ricerche dell’utente.
La registrazione
Per poter accedere ai servizi offerti dal Progetto LIA, occorre procedere alla cosiddetta “profilassi dell’utente”, ovvero alla registrazione tramite l’apposito form. Ebbene, nonostante la quantità di informazioni richieste sia tutto sommato esigua, ci si imbatte in un aspetto decisamente singolare: “i termini e le condizioni d’uso”. Titolare del trattamento dei dati personali dell’utente è la Società Ediser e tra le finalità dello stesso è chiaramente specificata la possibilità – in capo al titolare quindi – di trattare i dati per finalità statistiche e promozionali; tutto questo in modo assolutamente arbitrario e senza la possibilità per l’utente di acconsentire in maniera specifica.
Va qui ricordato che è prassi ormai consolidata – per altro espressamente prevista dalla normativa vigente in tema di privacy – che l’unico caso in cui sia obbligatorio acconsentire al trattamento dei propri dati personali, è quello strettamente necessario all’erogazione del servizio stesso. Per intenderci: «Io ti fornisco il mio indirizzo di casa e tu puoi memorizzarlo per inviarmi gli ordini che effettuo dal tuo sito».
Questa anomalia procedurale si perfeziona quando si decide di inviare il form senza spuntare le caselle di controllo («Autorizzo il trattamento dei dati per finalità promozionali» e «Autorizzo il trattamento dei dati per finalità statistiche»). La procedura, infatti, non viene portata a termine e l’utente è invitato ad acconsentire in maniera “volontaria”, al fine di vedersi riconosciuto il diritto a navigare sul sito.
Fruizione del servizio
Ma il vero tallone d’Achille del sito si riscontra nell’eccessiva sovrapposizione di procedure necessarie al completamento delle richieste di base. Questo si verifica ad esempio durante l’acquisto di un libro.
Procedendo con ordine analitico, un qualsiasi utente – quindi non necessariamente un utente con disabilità visiva – si aspetta che, per soddisfare la richiesta in questione, le macro-operazioni necessarie siano riconducibili a pochi passaggi consequenziali. Nell’ordine possiamo riassumerle in: Scelgo – Acquisto – Pago – Ricevo la merce/Scarico il prodotto.
Purtroppo la vetrina LIA non consente questo tipo di approccio perché non mette direttamente a disposizione dell’utente il titolo prescelto. L’utente, a un certo punto, si trova infatti costretto ad uscire dal sito LIA (dove non risiedono fisicamente i libri che si intendono acquistare), per entrare in un altro sito in cui si procede concretamente all’acquisto del prodotto. Dalla vetrina-catalogo del sito LIA, infatti, una volta inseriti i prodotti nel carrello personale, non è possibile procedere al checkout dell’ordine, a meno di specificare a quale libreria far riferimento in fase di evasione.
L’utilizzo del termine “libreria”, tra l’altro, è già di per sé altamente fuorviante, se non correttamente contestualizzato all’interno del form e tuttavia un aspetto ancor più critico lo si rileva nella mancanza di indicazioni da parte del sistema, qualora il form sia inviato senza esprimere la propria preferenza. In questo caso si assiste a un semplice aggiornamento della pagina, avvenimento che, nella maggior parte dei casi, suscita nell’utente che utilizza il lettore di schermo, la convinzione di essersi “perso” nel bel mezzo della procedura. Come anticipato, infatti, pur interpretando nel modo corretto la pagina e portando a termine l’operazione, il tanto sospirato checkout altro non è che un indirizzamento a un sito esterno, che si assume l’onere di prendere in carico l’ordine del cliente, ovvero la “libreria” online.
Trattandosi quindi di un gestore diverso da quello che ha elaborato la richiesta, l’utente deve necessariamente registrarsi anche all’interno di questo secondo sito. La mole di informazioni è decisamente più esosa e, poiché questi dati saranno necessari in fase di spedizione, tutti obbligatori.
Portata a termine la procedura – che tra l’altro si perfeziona con la validazione del proprio account attraverso la posta elettronica (per la seconda volta in una manciata di minuti) – sarà poi necessario superare altri tre step (Fatturazione – Pagamento – Ordine), prima di raggiungere il tanto agognato bottone Download.
Durante i nostri test con il lettore di schermo abbiamo avuto modo di verificare il ricorso a oltre trenta operazioni differenti attraverso tastiera, per riuscire a scaricare un eBook dalla vetrina LIA.
Il prodotto
A questo punto, se la fatica della ricerca avrà prodotto risultati, si dovrà far fronte alla varietà di formati che, nella maggior parte dei casi, richiederà l’installazione di ulteriore software sul proprio dispositivo, per poter avere accesso e interagire con il contenuto dell’eBook.
Questa procedura non è esente da problemi legati all’inaccessibilità dei software in questione (problemi spesso legati all’immaturità di programmi giovani e non ancora adatti all’utilizzo esclusivo da tastiera).
Il bollino LIA
Ma l’aspetto più ambiguo fra tutti quelli rilevati è certamente la pubblicizzazione, quantomeno inopportuna, di un fantomatico “bollino LIA” che, stando a quando specificato in ogni scheda libro presente in vetrina, certificherebbe il soddisfacimento di tutti i requisiti di accessibilità del titolo presente in catalogo (si rimanda al sito LIA per prendere visione di tali requisiti).
Verificando nello specifico, è chiaro quanto il sito LIA sia soltanto una vetrina e, come tale, contenitore di documenti e formati di cui non è né proprietario né produttore. In altre parole il bollino LIA non può non essere conseguito da qualsiasi eBook del catalogo poiché, per sua natura, qualsiasi eBook non amatoriale soddisfa i requisiti LIA.