In Italia, dove si vive di più, ma sempre peggio

«Auspichiamo – si legge in un appello lanciato dall’Associazione Auser, alla vigilia della Giornata Internazionale delle Persone Anziane – che il 1° ottobre non ci si limiti a celebrazioni ufficiali, pur importanti, ma si cominci davvero a dare ascolto e voce ai cittadini anziani, alle loro esigenze e bisogni e che il mondo della politica la smetta di guardare solo a se stesso, cominciando a dare speranze concrete a questo Paese»

Assistenza a uomo anziano in carrozzina«Nel 1990 – si legge in una nota dell’Auser, “storica” Associazione impegnata sul fronte della terza età, ma apertasi sempre più, nel corso degli anni, ai bisogni dei Cittadini di tutte le età e di diverse culture – le Nazioni Unite sancivano in diciotto articoli i diritti delle persone anziane a vivere una vita dignitosa (diritti all’indipendenza, alla partecipazione alla vita sociale e politica, alla cura, all’autorealizzazione e alla dignità) e fissavano nel 1° ottobre la Giornata Internazionale delle Persone Anziane. E tuttavia, gli ultimi dati sulla condizione sociale ed economica degli anziani in Italia ci raccontano di una realtà di disagio e di solitudine per una fetta sempre più consistente di cittadini sopra i 65 anni».
Si tratta quindi di una situazione, alla vigilia appunto della Giornata Internazionale degli Anziani, ritenuta assai grave dall’Auser, che sottolinea come in Europa, «il nostro Paese sia quello dove si vive più a lungo, ma in cui la qualità della vita di chi è più in là con gli anni non migliori affatto».

«L’Italia – conclude la nota – si appresta a celebrare il 1° ottobre in uno scenario politico, sociale ed economico estremamente preoccupante e instabile, con una crisi che non si arresta e che ha colpito duramente fra i cittadini più fragili. Auspichiamo pertanto che il 1° ottobre non ci si limiti a celebrazioni ufficiali, pur importanti, ma si cominci davvero a dare ascolto e voce ai cittadini anziani, alle loro esigenze e bisogni e che il mondo della politica la smetta di guardare solo a se stesso, cominciando a dare speranze concrete a questo Paese». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Giusy Colmo (ufficiostampa@auser.it).

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