Non dobbiamo chiuderci al mondo

«Per il mondo delle persone con disabilità - scrive Franco Bomprezzi, commentando il flash mob di Milano, organizzato il 28 settembre dalla Rassegna “ReaTech Italia” - non è un bel momento, anzi, tutt’altro. E l’incertezza politica è destinata a rendere ulteriormente problematica la situazione. Ma proprio per questo è importante uscire allo scoperto e raccontare la normalità di persone che vorrebbero semplicemente vivere come tutti»
Flash mob organizzato da "ReaTech Italia" il 28 settembre in Piazza della Scala a Milano
Un’immagine del flash mob organizzato da “ReaTech Italia” il 28 settembre in Piazza della Scala a Milano

Si osservi la foto qui a fianco: è allegra, ispira gioia, voglia di comunicare insieme, di incuriosire i passanti, di non chiudersi al mondo. È l’istantanea che fissa un momento del simpatico flash mob ideato il 28 settembre in Piazza della Scala a Milano [se ne legga la presentazione nel nostro giornale, N.d.R.] dagli organizzatori di ReaTech Italia, la rassegna dedicata ad accessibilità, inclusione e autonomia, in programma dal 10 al 12 ottobre prossimi a Fieramilanocity.
Si può anche vedere e ascoltare la performance di quel pomeriggio, guidata dalla danzaterapeuta Tiziana Manusardi dell’Associazione L’Albero, nel sito della manifestazione. Troverete anche chi scrive, e l’attrice Antonella Ferrari, impegnati a muoverci con grazia (lei ci riesce, io decisamente no), per rappresentare un’idea semplice ma importante: la consapevolezza di sé, la percezione del proprio corpo, la ricerca dell’altro, la comunicazione attraverso lo sguardo e le mani, l’apertura al mondo, la crescita di una pianta libera e forte.

Lo so, di questi tempi siamo sospettosi e quasi increduli, quando ci imbattiamo in una manifestazione che non sia di protesta. Specie per il mondo delle persone con disabilità non è un bel momento, anzi, tutt’altro. E l’incertezza politica è destinata a rendere ulteriormente problematica la soluzione dei problemi legati al finanziamento delle leggi e dei servizi essenziali. Ma proprio per questo è importante uscire dall’“invisibilità”, e raccontare la normalità di persone che vorrebbero semplicemente vivere come tutti, senza limitazioni, senza censure collettive.
Si guardi ancora bene la foto: si notano alcune persone in sedia a rotelle, non molte, e poi tanti altri amici, alcuni di loro con una disabilità meno evidente, ma altrettanto reale, altri privi di qualsiasi handicap, ma lieti di condividere un attimo di emozione, di gioia, di allegria. E di farlo nel cuore di Milano, davanti al portone di Palazzo Marino, la sede del Municipio (anche l’assessore comunale al Welfare, Pierfrancesco Majorino, si è tolto la giacca e si è cimentato nel flash mob, con esito soddisfacente).
Piazza della Scala era invasa di turisti, come tutto il centro della metropoli lombarda. Molti hanno osservato con curiosità, pochi hanno trovato il coraggio di unirsi a noi, ma non importa. È comprensibile, è lo specchio fedele dell’attuale realtà italiana.

La disabilità ancora allontana, crea imbarazzo, spesso semplicemente perché non la si conosce, si ragiona per stereotipi, si teme di imbattersi in situazioni tristi e complicate, di non saper comunicare, si ha paura magari persino di offendere senza volerlo.
Ecco perché c’è bisogno anche di eventi come ReaTech Italia, ossia di giornate zeppe di incontri, di convegni, di performance, di gare di sport, di spettacoli, sfilate di moda, esposizione di prodotti innovativi. (Franco Bomprezzi)

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