È una presa di posizione netta, basata su motivazioni forti, quella espressa dalla FISH Lazio (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), rispetto all’eventuale autorizzazione nella Capitale di funerali religiosi o cerimonie di commiato diverse da quelle celebrate in forma strettamente privata, per Eric Priebke, il capitano delle SS scomparso nei giorni scorsi all’età di cent’anni e già condannato all’ergastolo, per avere partecipato alla pianificazione e alla realizzazione, durante la seconda guerra mondiale, dell’eccidio delle FosseArdeatine.
«L’eventuale cerimonia religiosa – si legge infatti in una nota della FISH Lazio – costituirebbe una chiara disparità di trattamento rispetto al diniego delle esequie nei confronti a suo tempo di Piergiorgio Welby, persona disabile gravissima, deceduta a seguito di scelta consapevole».
«Se ce ne fosse bisogno – prosegue la nota – ricordiamo inoltre che l’esperienza dell’olocausto nasce e si sviluppa attraverso le “prove tecniche di sterminio” sperimentate proprio nei confronti delle persone disabili gravi, attraverso il cosiddetto Programma Aktion T4, che vide la soppressione di oltre 70.000 persone con disabilità».
«La comunità cittadina di Roma – conclude il comunicato della FISH Lazio – non può dunque permettersi alcuna celebrazione, se ritiene un valore la dignità umana e il rispetto delle persone. Tanto più se la persona deceduta non ha ritenuto di pentirsi per i crimini direttamente commessi e per quelli che il sistema nazista ha provocato. Le persone con disabilità e le loro famiglie pretendono rispetto della loro dignità».
Sulla questione – lo ricordiamo – nei giorni scorsi il Vicariato di Roma aveva fatto sapere che «non sono previste esequie in nessuna chiesa di Roma», mentre il Prefetto e il Questore della Capitale avevano vietato i funerali in forma pubblica e solenne e il sindaco Marino aveva verificato la possibilità di non concedere la sepoltura nel territorio della città, per ragioni di ordine pubblico e perché «Roma è profondamente antifascista: sarebbe pertanto un’offesa alla città accoglierlo». Dal canto suo, la stessa Argentina, dove Priebke si era rifugiato per vari anni, ha fatto sapere, tramite il proprio ministro degli Esteri Timerman, che «respingeremo ogni procedura che possa permettere l’ingresso della salma del criminale Priebke», perché sarebbe «un affronto alla dignità dell’uomo». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa.lazio@fishonlus.it.
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