Innanzitutto fare chiarezza, in particolare per le famiglie, tra le varie “sigle” che affollano da qualche anno le comunicazioni dalla scuola e nella scuola e poi, soprattutto, fornire strumenti di diagnosi, suggerire tecniche di alfabetizzazione, compensazione e riabilitazione differenziata per una scuola realmente inclusiva. Il tutto preceduto dalla “voce del Ministero dell’Istruzione” sulla tematica trattata.
Sono questi i principali contenuti del quinto Convegno Nazionale organizzato dal Centro Risorse (Clinica Formazione e Intervento in Psicologia) di Prato, intitolato DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) e scuola: risorse per l’apprendimento, in programma il 18 ottobre nella città toscana (Conservatorio San Niccolò, Piazza Cardinale Niccolò 6).
Tramite il contributo di numerosi, autorevoli esperti del settore, la giornata – rivolta a psicologi, pedagogisti, neuropsichiatri infantili, pediatri, educatori, logopedisti, insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado, genitori e a chiunque possa essere interessato – proporrà un ampio aggiornamento sulla dislessia e in generale sui disturbi specifici dell’apprendimento, dedicando anche uno spazio conclusivo all’informatica al servizio dell’autonomia, con gli interventi del Centro Ricerche Anastasis di Bologna e delle Edizioni Angolo Manzoni di Torino, dalle quali è stato recentemente realizzato il carattere editoriale ad alta leggibilità denominato EasyReading®, di cui abbiamo già avuto occasione di occuparci ampiamente. In tale formato, tra l’altro, sono già disponibili (gratuitamente) gli Atti del precedente Convegno di Prato, tenutosi nell’ottobre del 2012, ciò che accadrà prossimamente anche per l’incontro di quest’anno (S.B.)
Il programma completo del Convegno di Prato è disponibile nel sito del Centro Risorse della città toscana. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: segreteria@centrorisorse.net.
Disturbi specifici di apprendimento
Il più noto di essi è la dislessia della quale si parla in caso di difficoltà significativa nell’apprendimento della lettura in presenza di un livello cognitivo e di un’istruzione adeguati e in assenza di problemi neurologici e sensoriali. I bambini con dislessia sono intelligenti, non hanno problemi visivi o uditivi, ma non apprendono a leggere in modo sufficientemente corretto e fluido: infatti le loro prestazioni nella lettura risultano nel complesso molto al di sotto del livello che ci si aspetterebbe in base all’età, alla classe frequentata e al livello intellettivo generale. Queste difficoltà solitamente condizionano anche in modo pesante le prestazioni scolastiche.
Spesso alla dislessia sono associate ulteriori difficoltà, quali la disortografia, la disgrafia e, a volte, lievi difficoltà nel linguaggio orale (fatica a recuperare termini appropriati o a memorizzare parole nuove) e nel calcolo (soprattutto mentale, oppure nella memorizzazione delle tabelline).
Il problema della dislessia risulta evidente in seconda-terza elementare (alcuni segni si possono per altro già osservare nella scuola materna, come la presenza di significative difficoltà nel manipolare i suoni nelle rime, nelle filastrocche…).
Non sempre gli approfondimenti diagnostici vengono svolti tempestivamente (ancora tanti bambini accedono infatti ai servizi alla fine della scuola elementare o alla scuola media), a causa di una sbagliata interpretazione o sottovalutazione del problema. Si parla ad esempio ancora di pigrizia, demotivazione o disagio psicologico, problemi che senz’altro a volte possono essere associati al disturbo, ma che rappresentano dei correlati o delle conseguenze della dislessia, non la causa. Per ridurre l’interferenza di tali disturbi, è possibile ricorrere all’ausilio di strumenti compensativi e dispensativi, appositamente previsti dalla normativa italiana, ma attualmente poco usati.
Ad occuparsi di questo, nel nostro Paese, vi sono organizzazioni come l’AID (Associazione Italiana Dislessia) o forum come Dislessia On Line. Si legga anche, nel nostro giornale, una specifica scheda.