«Ci uniamo, come Associazione, al gesto disperato di queste mamme che hanno trovato il coraggio di continuare, come fanno ogni giorno dentro le mura domestiche, a lottare per difendere i diritti dei loro ragazzi»: lo si legge in una nota dell’ANFFAS Sicilia (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), a proposito di quelle madri di ragazzi con disabilità frequentanti le scuole superiori di secondo grado, le quali, esasperate per la perdurante mancanza dei servizi di trasporto scolastico e di assistenza all’autonomia e alla comunicazione, si sono incatenate davanti agli uffici della Provincia Regionale di Ragusa, per rivendicare il diritto allo studio da parte dei loro figli.
Che questo sia in Sicilia un grave problema, l’ANFFAS della Regione lo denuncia per altro già da alcuni mesi, come abbiamo di volta in volta riferito anche nel nostro giornale. E se recentemente alcune Province dell’Isola (Agrigento, Caltanissetta, Catania, Messina e Trapani) hanno avviato con grandi sforzi il servizio di trasporto e l’assistenza specialistica – pur nell’incertezza di poterne garantire l’erogazione per tutta la durata dell’anno scolastico -, nei casi di Siracusa e Ragusa, la situazione resta del tutto irrisolta.
«Le Istituzioni locali – sottolinea Giuseppe Giardina, presidente dell’ANFFAS Sicilia – e nel caso specifico le Province, hanno il dovere di “prendere in carico” e di predisporre le condizioni per la piena partecipazione della persona con disabilità alla vita sociale. Ma ci rendiamo conto che questa continua a restare solo un’utopia, perché migliaia di ragazzi con disabilità, per mancanza di fondi regionali, sono costretti a non poter frequentare la scuola. Ed è una vera vergogna che il Governo Regionale non riesca a risolvere questo increscioso problema. Non riteniamo del resto la mancanza di fondi una scusa plausibile per abbandonare le famiglie di persone con disabilità, e con tutta probabilità è ancor più determinante la mancanza di risorse umane capaci di risolvere il problema».
A utile “promemoria”, l’ANFFAS Sicilia conclude il proprio comunicato, citando alcune norme dello Stato Italiano, rispetto alle quali non dovrebbe certo essere possibile derogare. Si parla cioè «dell’articolo 8 della Legge Quadro 104/92, che sottolinea l’importanza di disporre di adeguate dotazioni didattiche e tecniche, prove di valutazione, e personale qualificato, per garantire alla persona con handicap il diritto allo studio, estendendo poi l’attività educativa con proposte extrascolastiche»; del Decreto Legislativo 112/98, «che all’articolo 139 ha attribuito alle Province, in relazione all’istruzione secondaria superiore, e ai Comuni, in relazione agli altri gradi inferiori di scuola, i compiti e le funzioni concernenti i servizi di supporto organizzativo del servizio di istruzione per gli alunni con handicap o in situazione di svantaggio»; e della «Corte Costituzionale la quale ha affermato che non è sufficiente la mera predisposizione di mezzi convenzionali per “facilitare” la frequenza della scuola, in quanto è necessario approntare mezzi idonei al fine di “assicurare” tale possibilità di frequenza». (S.B.)
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