In quale modo può una persona con disabilità contribuire alla crescita? Come possono le imprese fare i conti con le caratteristiche specifiche di ogni persona? E quali modelli di partecipazione e di ruolo lavorativo sono possibili nel sistema economico globale, in particolare per le persone con sindrome di Down?
A ben quattordici anni dall’entrata in vigore della Legge 68/99 sul diritto al lavoro delle persone con disabilità, il seminario denominato Disabilità e imprese. La crescita come obiettivo comune, in programma venerdì 25 ottobre a Milano (sede di PricewaterhouseCoopers, Via Monterosa, 91, ore 9.30-13), a cura dell’AGPD (Associazione Genitori e Persone con Sindrome di Down) e della Società Workopp (Agenzia per il Lavoro), in collaborazione con la rete PricewaterhouseCoopers, affronterà il tema a partire da alcune esperienze significative di importanti aziende italiane e internazionali, per fare il punto della situazione e ragionare su soluzioni innovative alle sfide che l’inclusione lavorativa continua a porre.
«Le persone con sindrome di Down inserite nei diversi contesti di lavoro – dichiara Massimo Rota, direttore dell’AGPD – sono un esempio di come anche in presenza di un diversa organizzazione cognitiva dell’essere sia possibile assumere un ruolo lavorativo nel sistema produttivo, sia esso privato o pubblico. Ogni persona che si inserisce in un contesto lavorativo attiva infatti meccanismi di cambiamento e laddove la persona abbia tra le sue caratteristiche la disabilità, occorre, per il contesto che la include, attuare maggiore attenzione e, soprattutto, ridefinire le variabili di produttività e organizzazione delle mansioni lavorative. Di fatto il tema della produttività varia in funzione delle condizioni di salute degli individui, ma non dipende esclusivamente da queste ultime. Affermare se e come è possibile inserire una persona con ritardo mentale in un contesto lavorativo significa di fatto agire su più fattori».
L’obiettivo del seminario del 25 ottobre sarà quindi proprio quello di analizzare i vari fattori da prendere in considerazione, per definire un corretto modello sociale, economico, legislativo, che in modo specifico risponda al diritto e al bisogno che le persone con sindrome di Down hanno di assumere un ruolo attivo nella società. Un modello che comporti una sostanziale riduzione dei costi, che invece spesso forme assistenziali eccessive producono e che in definitiva sono a carico della fiscalità generale, senza però portare a concreti vantaggi per lo Stato stesso. (S.B.)
Il programma completo del seminario è disponibile nel sito dell’AGPD. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: agpd@sindromedidown.it.
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