Da una parte la FISH, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, l’organizzazione ombrello alla quale, com’è noto, aderiscono decine di Associazioni impegnate, a livello nazionale e locale, in politiche mirate all’inclusione sociale delle persone con differenti disabilità. Dall’altra parte il CTS (Centro Turistico Studentesco e Giovanile), la più grande Associazione giovanile e studentesca del nostro Paese, che conta circa duecentomila Soci.
Sono questi due organismi ad avere siglato nei giorni scorsi un importante Protocollo d’Intesa per lo sviluppo di iniziative comuni e di esperienze progettuali affini.
Entrambe le realtà, infatti, presenti da anni in modo capillare sul territorio italiano, intendono mettere a frutto le esperienze maturate nei rispettivi àmbiti, per promuovere il settore del turismo sociale e le attività culturali ad esse collegate.
La firma del Protocollo, inoltre, segna anche l’avvio di una serie di attività e progetti, orientati non solo al turismo sociale inclusivo e all’accessibilità di luoghi, itinerari ed eventi, ma anche a varie altre iniziative legate alla sensibilizzazione, alla promozione e alla comunicazione degli stessi. In particolare, nel documento si parla di attività di informazione e formazione, dedicate agli operatori del comparto turistico e della cittadinanza, nonché della ricerca in questo settore, determinante, quest’ultima, per capire come il fenomeno del turismo sociale sia mutato nel corso degli anni e per fare il punto della situazione in Italia.
«La possibilità di esercitare appieno le pari opportunità per le persone con disabilità – dichiara Pietro Barbieri, presidente nazionale della FISH, commentando l’iniziativa con un argomento particolarmente caro al mondo della disabilità – passa attraverso il cosiddetto mainstreaming, ovvero la volontà che tutte le componenti e gli attori coinvolti nella vita pubblica e in quella del privato sociale, vengano messi in condizione di non discriminare le persone con disabilità, ma anzi di promuoverne l’inclusione». «Su questa linea culturale e operativa – aggiunge Barbieri – il CTS è senz’altro la prima organizzazione di turismo sociale che si pone in questa prospettiva, motivo per cui siamo entusiasti di intraprendere questo nuovo percorso insieme».
«Quello che ci proponiamo di realizzare con questo Protocollo – afferma dal canto suo Stefano Di Marco, vicepresidente nazionale del CTS – è realizzare congiuntamente una serie di iniziative tese a sviluppare un turismo accessibile, per dare a tutti la possibilità e il diritto di godere del proprio tempo libero. Abbiamo per questo già in mente una serie di attività di informazione tese a sensibilizzare gli operatori del turismo, per fare in modo che progettino e realizzino prodotti e servizi turistici alla portata di tutti». (P.B. e S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: presidenza@fishonlus.it, p.brigano@cts.it.
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