Già nelle scorse settimane la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) aveva evidenziato un crescente disappunto diffuso tra le persone con disabilità e i loro familiari, in merito a un particolare aspetto della cosiddetta “Riforma Fornero sulle pensioni” che sta facendo sempre più sentire il suo peso. I permessi e i congedi per l’assistenza a persone con gravi disabilità incidono cioè negativamente sul riconoscimento della cosiddetta “pensione anticipata”.
Quest’ultima, va ricordato, viene concessa a chi abbia un’anzianità contributiva di almeno 42 anni e un mese (se uomo) o di 41 anni e un mese (se donna). Questi requisiti contributivi sono aumentati di un ulteriore mese per il 2013 e per il 2014. Com’è poi noto, per richiedere la pensione anticipata non è prevista un’età anagrafica minima, ma chi fa domanda prima dei 62 anni subisce una penalizzazione pari all’1% per ogni anno di anticipo entro un massimo di due anni e al 2% per ogni anno ulteriore rispetto ai primi due.
Ebbene, la Legge 14/12 (articolo 6, comma 2-quater) ha precisato un elemento: le penalizzazioni non operano se quell’anzianità contributiva deriva «esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro, includendo i periodi di astensione obbligatoria per maternità, per l’assolvimento degli obblighi di leva, per infortunio, per malattia e di cassa integrazione guadagni ordinaria». Sono quindi esclusi dal computo permessi e congedi fruiti dai lavoratori per assistere i familiari con grave disabilità.
La FISH, sollecitando numerosi Parlamentari e il Ministro del Lavoro, ha chiesto di sanare questo paradosso che rappresenta un vero e proprio “schiaffo” al lavoro di cura assicurato da migliaia di lavoratori. La sollecitazione è stata raccolta in Commissione Affari Sociali, dove è stato approvato uno specifico emendamento nel Disegno di Legge di Conversione (Atto della Camera 1682) del Decreto Legge 101/13 (Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni), emendamento che di fatto abrogherebbe la norma restrittiva della riforma previdenziale Fornero.
Il condizionale, però, è d’obbligo, dal momento che gli emendamenti sono ora all’esame della Commissione Bilancio della Camera, prima di approdare in Aula e purtroppo vengono riportate voci assolutamente negative: quello specifico emendamento verrebbe infatti bocciato per assenza di copertura finanziaria.
«Se confermata – dichiara Pietro Barbieri, presidente della FISH – la bocciatura di quell’emendamento sarebbe un fatto ulteriormente grave, un gesto di spregio che disconoscerebbe la valenza e la sostanza del lavoro di cura di cui moltissimi lavoratori, soprattutto donne, si fanno carico tutti i giorni, proprio per l’assenza e la carenza di servizi pubblici adeguati». (Ufficio Stampa FISH)
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