«Vigileremo affinché nelle ASL della Campania sia sempre salvaguardata e garantita la “qualità dei prodotti” e la “libera scelta”»: si concludeva così – come avevamo riferito nella primavera scorsa – il comunicato di alcune Associazioni della Campania, ulteriore tappa della battaglia avviata in quella Regione, per far sì che i dispositivi medico-sanitari destinati alle persone con disabilità e ai malati oncologici ne rispettino sempre la libera scelta e la qualità di vita.
In quel momento, una risposta ufficiale ottenuta dalla SORESA, la Società Regionale per la Sanità, era stata ritenuta soddisfacente da quelle organizzazioni, mentre oggi, invece, la situazione è decisamente cambiata, visto che tre di esse – la FINCOPP (Federazione Italiana Incontinenti e Disfunzioni del Pavimento Pelvico), l’AISTOM Campania (Associazione Italiana Stomizzati) e l’AIMAR (Associazione Italiana Malformazioni Anorettali) – hanno deciso nei giorni scorsi di ricorrere al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), chiedendo l’annullamento della «procedura aperta per la conclusione di un accordo quadro con più operatori economici per la fornitura di dispositivi per stomie, dispositivi per incontinenza a raccolta e medicazioni per piaghe da decubito, gara dal valore complessivo pari a 48 milioni di euro e in seguito alla quale le forniture appaltate verranno acquistate da tutte le ASL Campane».
In sostanza, le Associazioni ricorrenti lamentano la violazione da parte di SORESA del principio della libera scelta, nei confronti dei malati oncologici, rispetto ai prodotti che meglio si adattano alle loro esigenze.
«Abbiamo sempre provato a dialogare con SORESA – dichiara Francesco Diomede, legale rappresentante della FINCOPP – in relazione all’accordo quadro da 48 milioni di euro, nonostante non siamo mai stati interpellati, in aperta violazione di una Legge Regionale della Campania – la Legge 10/06 [“Norme in favore dei soggetti atomizzati della Regione Campania”, N.d.R.] -, che impone all’Amministrazione Campana di coinvolgere le Associazioni di malati di cancro nella programmazione della spesa di dispositivi per stomizzati e incontinenti».
«Ora – prosegue Diomede – non avremmo mai voluto notificare un ricorso, attesi anche i rilevanti costi che esso comporta, ma siamo stati costretti a farlo, per tutelare la dignità dei malati di cancro. Infatti, non si tratta certo della libertà di scegliere un prodotto di colore giallo o uno di colore rosso, ma della possibilità, per le persone stomizzate e incontinenti, di sentirsi a loro agio con se stessi e uscire di casa la mattina».
«I Giudici campani – conclude il rappresentante della FINCOPP, ricordando anche che il ricorso verrà presumibilmente discusso nel prossimo mese di novembre – aiutino i malati oncologici stomizzati a riparare un torto che non meritano di subire». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: presidenza@finco.org.