Aggiornare e coinvolgere i propri soci e la cittadinanza tutta, nella conoscenza delle politiche e dei conseguenti provvedimenti amministrativi che prevedono la riduzione, e in alcuni casi l’eliminazione, di servizi rivolti alla persone con disabilità, in spregio al bisogno e ai diritti riconosciuti dalle leggi: è stato questo lo scopo fondamentale dell’Assemblea Pubblica convocata nei giorni scorsi a Vicenza, dalla locale Associazione Genitori della Nostra Famiglia, che ha potuto contare su una grande partecipazione e durante la quale sono stati toccati temi fondamentali, come quelli della riabilitazione, del percorso scolastico, della vita dopo la scuola dell’obbligo, dell’autonomia e dell’incertezza su cosa accadrà quando verrà ridotta la presenza familiare e, soprattutto, quando quest’ultima cesserà del tutto.
«Da un po’ di tempo – si legge in una nota di Mario Marchetti, presidente dell’Associazione promotrice dell’iniziativa – gli amministratori locali, regionali e governativi ci allarmano, affermando che i servizi a sostegno delle persone con disabilità costano troppo rispetto alla situazione economica generale. Affermano che non ci sono più i soldi sufficienti a garantire quanto leggi e bisogni riconosciuti dallo status della persona hanno finora garantito. Oggi, in qualità di genitori, tutori, volontari, cittadini tutti, sensibili a queste problematiche, dobbiamo imporre, attraverso poche domande, una riflessione radicale e decisiva sulla persona con disabilità: è giusto che in nome di un asserito problema economico, si comprometta il rispetto della dignità umana della persone con disabilità con una disinvoltura sorprendente da parte dei politici, tutti? Come fa a vivere un padre o una madre, una famiglia tutta, già carica di una quotidianità di intenso sacrificio, che dev’essere vissuto per sempre, se vengono compromesse le certezze e vedere così minata la speranza, unico sostegno al quale tenersi aggrappati per sopravvivere? Possiamo consentire che un grande Paese, sensibile e civile come il nostro, dopo avere ratificato con entusiasmo tutte le Carte e le Raccomandazioni ONU sui diritti inalienabili delle persone con disabilità, se ne dimentichi così facilmente, solo per ragioni meramente economiche?».
«Se la politica non sa rendersi conto di quanto siano importanti queste domande – prosegue Marchetti – vuol dire che ha imboccato una strada irreversibile di allontanamento dalla vita reale, cioè dalla stessa politica: di fronte a una grande crisi economica, in cui tutti noi siamo costretti, la politica non è riuscita a mettere in atto nessuna azione verso una rimodulazione dell’apparato burocratico-amministrativo, mentre invece sceglie la via dei tagli ai servizi».
Come emerso dunque nel corso dell’Assemblea di Vicenza, l’Associazione Genitori della Nostra Famiglia «intende assumersi una grande responsabilità, per invertire la tendenza politica che ci sta privando di risposte concrete a bisogni reali e in questa direzione vuole continua la propria politica su alcune precise linee di lavoro: attivare un tavolo di confronto con La Nostra Famiglia per sostenere le risposte ai bisogni degli utenti, i nostri figli; incontrare tutti i candidati Sindaci della nostra Regione che si presenteranno alle elezioni amministrative del 2014, per acquisire le loro posizioni rispetto alle tematiche legate alla disabilità; proporre alla Conferenza dei Sindaci, insieme alle altre Associazioni di persone con disabilità, la costituzione di un tavolo di lavoro e di confronto, attraverso il quale programmare le politiche in favore delle persone con disabilità; sostenere le persone che intendono far valere i propri diritti anche attraverso la via giudiziaria presso il TAR [Tribunale Amministrativo Regionale, N.d.R.], il Consiglio di Stato, la Corte dei Conti e ogni altro organismo, come nel caso delle dimissioni dai CEOD [Centri Educativi Occupazionali Diurni, N.d.R.] delle persone che vivono in strutture residenziali».
Una questione – l’ultima tra quelle sottolineate dal Presidente dell’Associazione Genitori della Nostra Famiglia di Vicenza – della quale anche il nostro giornale si è già occupato in questi nei mesi, ovvero di quel provvedimento adottato dalla Conferenza dei Sindaci dell’ULSS 6 e duramente contestato dalle organizzazioni componenti il Comi.Vi.H. (Comitato Vicentino Handicap), tramite il quale si è deciso di precludere l’accesso ai Centri Diurni alle persone con disabilità inserite in strutture residenziali.
Come a suo tempo riferito, tale situazione ha portato appunto a un ricorso per discriminazione al TAR del Veneto, «perché un disabile che gode di una quota di residenzialità – come si è letto in una recente nota del Comi.Vi.H. – non può essere trattato in modo diverso rispetto a un disabile che può ancora contare sulla propria famiglia, compiendo un’azione discriminatoria». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: genitori@genitori-lnfvi.it, comi.vih@libero.it.
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