Ruoterà quest’anno intorno all’incontro denominato Ritrovarsi: l’importanza della riabilitazione integrata e il ruolo delle Associazioni, in programma per sabato 23 novembre a Torino (Sala Convegni Auditorium Banca Popolare di Novara) la XVI Giornata Nazionale del Trauma Cranico, promossa dalla FNATC (Federazione Nazionale Associazioni Trauma Cranico), insieme alla propria Associazione Traumi Encefalici (ATE).
«In questo periodo storico – dichiara Paolo Fogar, presidente della FNATC – nel quale sotto la motivazione “crisi economica” tutto sembra lecito e in particolare verso il mondo delle persone con disabilità e verso i pensionati, è più che mai necessario avere un mondo dell’associazionismo coeso e partecipe. In tante Regioni, del resto, le Associazioni, con enormi sacrifici, si attivano al punto da coprire quegli spazi liberi o dimenticati dalle Istituzioni».
Nello specifico del mondo riguardante le persone con gravi cerebrolesioni acquisite, danno cerebrale con diagnosi complessa e una riabilitazione dilatata nel tempo, «in varie Regioni italiane – prosegue Fogar – le nostre Associazioni dispongono di vere e proprie strutture, quali centri diurni, centri di riabilitazione, case ad alta valenza sociale per le persone in stato vegetativo e case per il cosiddetto “dopo di noi”. Oltre poi a questi impegni tanto pesanti, sia per l’organizzazione che per i costi, tali organizzazioni affiancano le famiglie nel lungo percorso riabilitativo dei loro cari e fanno da supporto qualificato alle famiglie stesse, nel rapportarsi con le Istituzioni e la parte clinica e sociale».
Proprio per questo, dunque, ampio spazio, durante la giornata del 23 novembre a Torino, verrà dato ad alcune realtà associative, senza per altro perdere di vista ulteriori, fondamentali problematiche, come la ricerca, che resta un obiettivo prioritario per la FNATC.
Introdotto da Bianca Vetrino, presidente dell’ATE, dal già citato Paolo Fogar e da Giancarlo Rovere, vicepresidente della SIMFER (Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa), l’incontro – dopo i saluti di Valerio Cattaneo, presidente del Consiglio Regionale del Piemonte e di Piera Levi-Montalcini, presidente dell’Associazione Levi-Montalcini – prevede poi gli interventi di Luca Bonfanti dell’Università di Torino (La ricerca sulla riparazione del sistema nervoso: panorama attuale e prospettive) e Anna Mazzucchi, neurologa della Fondazione Don Gnocchi (Dalle premesse neurofisiologiche alla riabilitazione: un passaggio obbligato troppo spesso trascurato).
Un’introduzione all’approccio riabilitativo verrà quindi curata da Paolo Pietrapiana, fisiatra della Fondazione Don Gnocchi (Day Hospital – Un ponte tra la riabilitazione ed il reinserimento familiare e professionale), mentre sul tema Ritrovarsi nell’identità personale (Trauma, relazione e sessualità), si soffermerà Fabio Veglia, psicologo e psicoterapeuta dell’Università di Torino.
E ancora, dopo una tavola rotonda durante la quale gli esperti risponderanno alle Associazioni, saranno presenti Gaia Torrini, Sabrina Sapienza ed Elena Caminiti, neuropsicologhe (le prime due) e psicologa (la terza) della Fondazione Don Gnocchi, occupandosi la prima del tema Ritrovarsi come persona (Memoro ergo sum: la memoria artefice dell’identità personale), le altre due di Ritrovarsi nell’identità di genitore (Recuperare il ruolo genitoriale dopo una grave cerebrolesione acquisita e Sostegno psicologico alle famiglie).
La mattinata sarà conclusa da alcuni contributi alla ricerca, con Giorgia Bartolini, psicologa e ricercatrice (Parenting e gravi cerebrolesioni acquisite – Ricerca sulle ripercussioni familiari sul genitore), Arianna Anselmino, fisioterapista (La fisioterapia in una persona con grave cerebrolesione acquisita: perché è importante, cosa ha evidenziato la ricerca negli anni) e Alessandro Giustini della SIMFER (Sviluppo riabilitazione e gravi cerebrolesioni acquisite: indicazioni internazionali e situazione europea).
Le Associazioni saranno poi le protagoniste della prima sessione del pomeriggio (Ritrovarsi nell’esperienza), con gli interventi di Ivana Cannoni dell’ATRACTO di Arezzo (Associazione Traumi Cranici Toscani) (Ricomincio da qui – Laboratorio per l’autonomia), Edda Sgarabottolo dell’Associazione Brain di Vicenza, Valeria Gazzola dell’Associazione Brain Family di Treviso (Sempre in forma) e, per l’ATE, di Torino, Amorina Attanasio e Elisabetta Covini (Reinserimento sociale, “Mercoledìinsieme”), Elena Scapolla (Sportelli: Supporto psicologico ai bambini/adolescenti figli di TCE, Ascolt-Ate, gruppo di condivisione e sostegno dei vissuti emotivi), e Lorena Giangregorio (Orient-Ate, uno spazio per l’orientamento scolastico e lavorativo). Chiuderà questa tranche Gian Pietro Salvi della RETE, Associazioni Riunite per il Trauma Cranico e le Gravi Cerebrolesioni Acquisite.
L’ultima parte dell’incontro sarà infine dedicata al tema Ritrovarsi nell’identità sociale e vi parteciperanno Rossana Becarelli, medico antropologo (Per ricostruire un’anima ci vuole un’anima: le arti e la creatività a sostegno degli operatori nella cura degli stati estremi); Paola Taverna, logopedista (Comunicazione di gruppo e identità sociale: intervento logopedico nelle gravi cerebrolesioni acquisite); Anna Marchiale e Anna Velardi, rispettivamente fisioterapista e terapista occupazionale (Ritrovar-mi: la cura del sé attraverso un percorso di consapevolezza e ricerca dell’autonomia); Franco Biancofiore, fisioterapista/osteopata (Sport e gravi cerebrolesioni acquisite: nuova frontiera della fisioterapia); Claudia Fazio e Pamela Guccione, psicologa del lavoro e psicologa (Linee guida per l’orientamento e l’accompagnamento professionale/scolastico di soggetti con grave cerebrolesione acquisita: evidenze del modello). (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Segreteria Organizzativa, associazioneate@infinito.it.
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