Quando l’Europa imbocca la strada sbagliata

In questi giorni, infatti, la Commissione Europea ha respinto un’ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei) - strumento che consente di proporre un’iniziativa legislativa europea, raccogliendo un milione di firme in almeno sette Paesi dell’Unione nell’arco di dodici mesi - volto a garantire a tutti i cittadini europei con disabilità e non autosufficienti cure adeguate e uniformi. Un atto «grave e ingiustificato», secondo le principali organizzazioni sindacali
Sede di Bruxelles della Commissione Europea
La sede di Bruxelles della Commissione Europea

L’ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei) è uno strumento entrato in vigore nell’aprile del 2012 e introdotto dal Trattato di Lisbona*, che consente ai cittadini e alle organizzazioni della società civile di proporre alla Commissione Europea un’iniziativa legislativa, raccogliendo un milione di firme in almeno sette Paesi dell’Unione Europea nell’arco di dodici mesi.

Ebbene, in questi giorni la Commissione Europea ha respinto un’ICE promosso dalla FERPA – la Federazione Europea dei Pensionati e delle Persone Anziane, affiliata alla CES (Confederazione Europea dei Sindacati) e della quale fanno parte anche le italiane SPI-CGIL, FNP-CISL e UILP-UIL – volto a garantire a tutti i cittadini dell’Unione Europea non autosufficienti e disabili, di ogni età, l’accesso a cure adeguate e un’assistenza di lunga durata di qualità.
In particolare, la FERPA aveva promosso l’iniziativa per ottenere dalla Commissione Europea una normativa che potesse costituire un quadro di riferimento legislativo sulle cure di lunga durata per tutti i Paesi Membri.

Le citate SPI-CGIL, FNP-CISL e UILP-UIL ritengono tale atto come «grave e ingiustificato» e in una nota congiunta, i rispettivi Segretari Generali – Carla Cantone, Gigi Bonfanti e Romano Bellissima – dichiarano che «con questo rifiuto la Commissione Europea ignora la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, che garantisce il diritto alla sicurezza, all’assistenza sociale e alla protezione della salute di tutti suoi cittadini e contraddice lo stesso Trattato di Lisbona, facendo segnare una pericolosa rottura con il mondo dei pensionati e delle persone anziane e con tutti i cittadini dell’Unione, considerando che il dramma della non autosufficienza interessa, e interesserà ancora più in futuro, ogni nazione europea».

«Dunque ancora una volta – prosegue la nota -, nella Commissione Europea hanno prevalso quelle considerazioni di carattere burocratico-contabile che da tempo stanno ispirando una politica dell’Unione Europa la quale provoca il progressivo allontanamento dei cittadini dalle Istituzioni continentali e dalla stessa Europa».
In accordo quindi con la FERPA e coinvolgendo la stessa CES, SPI-CGIL, FNP-CISL e UILP-UIL intendono proseguire la loro mobilitazione, «per garantire tutele adeguate e uniformi a tutti i cittadini europei disabili e non autosufficienti» e chiedendo anche agli Europarlamentari, molti dei quali hanno già manifestato il loro accordo sull’iniziativa, «di fare pressioni sulla Commissione perché questo tema di importanza strategica per milioni di cittadini sia affrontato a livello europeo». (S.B.)

*Ratificato dall’Italia con la Legge 130/08, il Trattato di Lisbona ha modificato i due documenti fondamentali dell’Unione Europea, vale a dire il Trattato sulla stessa e il Trattato che aveva istituito la Comunità Europea.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: livia.piersanti@uilpensionati.it.

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