Un’odissea, a Napoli, per il collocamento obbligatorio

Una banca dati dei posti di lavoro disponibili alle persone con disabilità, accessibile a tutti e consultabile da casa propria, come prevede la Legge 68/99, sembra essere, a Napoli, una pura chimera, come denuncia l’Associazione ANIDA. Devono essere anzi le stesse persone con disabilità, con grande disagio, a recarsi di persona all’ufficio preposto, dove vengono informate (verbalmente) sui dati riguardanti solamente una singola azienda

Persona con disabilità a uno sportello«La Legge 68/99 sul diritto al lavoro delle persone con disabilità prevede obbligatoriamente la trasmissione telematica dei prospetti informativi da parte di tutte le aziende, sia pubbliche che private, che superino i quindici dipendenti. Nei fatti, però, ciò a Napoli non avviene».
La denuncia proviene da Giuseppe Sannino, presidente dell’ANIDA di Napoli (Associazione Nazionale Italiana Diversamente Abili), secondo il quale, infatti, «per apprendere notizie sulle eventuali scoperture di posti per disabili nelle aziende, devono essere le stesse persone con disabilità a recarsi obbligatoriamente al Servizio per l’Impiego “Collocamento Disabili” della Provincia di Napoli, ma chi è in carrozzina o chi in genere ha problemi di deambulazione deve affrontare enormi difficoltà, dal parcheggio dell’auto – impresa “titanica” – fino alle barriere che incontra nel salone interno di ricezione, superabili solo tramite mezzi di fortuna».
«Una volta poi giunto a destinazione – prosegue Sannino – la banca dati contenente quelli relativi ai prospetti informativi giace in un unico computer, cui hanno accesso esclusivamente i dipendenti e ogni disabile, dopo avere riempito un’apposita modulistica, può richiedere i dati riguardanti le scoperture soltanto per una singola azienda, ricevendo purtroppo esclusivamente una risposta verbale».

Rivolgendosi quindi direttamente al Presidente e all’Assessore al Lavoro della Provincia di Napoli, oltreché al Presidente della Regione Campania, il Presidente dell’ANIDA sottolinea la totale mancanza di trasparenza di tali procedure e reclama ancora una volta a gran voce «che quella banca dati sia accessibile a tutti, collegandosi on-line da casa propria, come previsto dalla Legge». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: anidaweb@libero.it.

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