Accesso ai farmaci: troppe limitazioni e tempi lunghi

E di fronte a questi dati di fatto – evidenziati nel “XII Rapporto Nazionale sulle Politiche della Cronicità” di Cittadinanzattiva – la realtà è che in Italia, nonostante se ne sia parlato molto in questi anni, le Associazioni di cittadini e di pazienti non sono ancora coinvolte nei processi decisionali nazionali e regionali inerenti le politiche del farmaco, come al contrario accade a livello europeo ormai già da qualche anno

Mano di farmacista che apre il cassetto di una farmacia, con vari medicinali«È necessario garantire la reale partecipazione delle Organizzazioni civiche e di pazienti ai processi decisionali inerenti le politiche del farmaco nazionali e regionali, nonché un accesso maggiormente tempestivo e uniforme su tutto il territorio nazionale alle terapie farmacologiche per i malati cronici e rari».
Lo ha dichiarato Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato-Cittadinanzattiva e responsabile nazionale del CnAMC (Coordinamento nazionale Associazioni Malati Cronici) della medesima organizzazione, a margine della presentazione del XII Rapporto Nazionale sulle Politiche della Cronicità, presentato nei giorni scorsi a Roma da Cittadinanzattiva.
«Nonostante infatti sia passato quasi un anno dal convegno dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) Farmaci. Diritto di parola [se ne legga la presentazione nel nostro giornale, N.d.R.], dedicato proprio al tema del coinvolgimento delle Associazioni di cittadini e di pazienti, la realtà – ha aggiunto Aceti – è che in Italia queste ultime non sono ancora coinvolte nei processi decisionali nazionali e regionali inerenti le politiche del farmaco, come al contrario accade a livello europeo ormai già da qualche anno».

«Eppure – ha concluso l’esponente di Cittadinanzattiva – le criticità segnalate direttamente dalle Associazioni di pazienti, ormai anche molto competenti, all’interno del nostro XII Rapporto nazionale sulle politiche della cronicità, sono molte e rilevanti: tempi eccessivamente lunghi per l’autorizzazione all’immissione in commercio da parte dell’AIFA (50%); il costo dei farmaci non rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale in fascia C (44%); le limitazioni da parte delle Aziende ospedaliere o delle ASL per motivi di budget; i tempi di inserimento dei farmaci nei Prontuari Regionali, diversi da Regione a Regione (41%). E ancora, il 39% delle Associazioni ha riscontrato l’interruzione o il mancato accesso a terapie perché particolarmente costose, senza considerare che i costi medi annuali sostenuti dai pazienti per i farmaci non rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale è pari a 650 euro». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: cnamc@cittadinanzattiva.it.

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