Quando la politica insorge contro se stessa

di Giorgio Genta
Alcuni Parlamentari sembrano essersi “accorti” del profondo malessere che attanaglia le persone con disabilità, in relazione all’ISEE e a molti altri cattivi provvedimenti, e così sono insorti “contro se stessi” perché giammai, nel pur lungo iter dei provvedimenti, avevano avanzato serie proposte di modifiche; anzi, tra loro, qualcuno aveva avallato quegli stessi provvedimenti...

Viso di uomo con mano sul volto ed espressione di sconfortoEcco, ci sono riusciti! O quanto meno sono vicini a farlo. A far cosa? A far litigare le persone con disabilità e le Associazioni che le rappresentano o che almeno rappresentano molte di esse, come si può ben capire leggendo su queste pagine il testo intitolato Le Federazioni e il percorso dell’ISEE.
E chi sono i colpevoli di tal misfatto ? Naturalmente i politici, i soliti eterni politici italiani, eterni nella pervicace irremovibile presenza in Parlamento – presenza spesso solo nominale -, eterni talvolta nei misfatti che compiono.

Alcuni di loro – di cui per evitare polemiche dirette non farò i nomi -, per mero calcolo elettorale e con diabolico tempismo alla rovescia, si sono accorti “appena in tempo” (in tempo per loro, s’intende) del profondo malessere che attanaglia, in relazione all’ISEE [Indicatore della Situazione Economica Equivalente, N.d.R.] e a molti altri cattivi provvedimenti, le persone con disabilità, e sono insorti “contro se stessi” perché giammai, nel pur lungo iter dei provvedimenti, avevano avanzato serie proposte di modifiche; anzi, tra loro, qualcuno aveva avallato quegli stessi provvedimenti…
Per pudore tralascerò di scendere nei particolari, del resto sempre reperibili sugli organi d’informazione e negli archivi parlamentari, sul precedente pressante e diuturno interesse di questi Parlamentari verso il nostro mondo – questa frase, naturalmente, va intesa in senso ironico, se qualcuno, distratto, non l’avesse inteso – e mi concentrerò sulla “distribuzione di caramelle per far contenti i bimbi” (i bimbi siamo noi!) che si apprestano a patrocinare: non una seria revisione della ripartizione delle risorse economiche disponibili, non un adeguato rifinanziamento dei fondi per il sociale, non un riconoscimento serio e “pagante” del lavoro di cura familiare, non una pianificazione pluriennale dei finanziamenti che assicuri certezza a un progetto di vasto respiro, ma la solita contrattata elargizione di pochi euro a moltissime persone, elettoralmente assai pagante in questo povero Paese. Che tristezza!

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