Avremmo voluto intitolarlo Ventilatore addio!, questo breve pezzo, ma sembrava troppo presuntuoso, troppo rischioso, troppo poco scaramantico, proclamare un distacco così definitivo dal ventilatore polmonare, che per un paio di mesi ha supportato il respiro di nostra figlia Silvia.
Anche perché forse non sarà così vero, così totale, così definitivo, questo distacco, ma siamo certamente sulla buona strada. I tempi in respiro libero salgono infatti a parecchie ore, per diverse volte al giorno, e non vi è più un’apprezzabile differenza tra il “senza” e il “con”.
Nessuno si illude, ma tutti devono sperare: questo è il messaggio. Mantenere cioè una positività di pensiero, una piccola apertura verso l’ottimismo, sia pure relativo, anche nelle situazioni più difficili e compromesse.
Ma a chi possiamo ascrivere il merito di questa ennesima minuscola, provvisoria, ma fondamentale vittoria? Naturalmente a Silvia, indomita combattente, capace di incenerire con un’occhiata i pessimisti di tutto il mondo. E poi allo staff dell’assistenza domiciliare integrata, che ha saputo – dopo qualche naturale titubanza iniziale – armonizzare il suo sapere specialistico con quello guadagnato sul campo dalla “famiglia con disabilità”.
È con questa collaborazione armoniosa “tra pari” che un servizio necessariamente tecnico e asettico si trasforma in un aiuto davvero impagabile.
E speriamo che l’Agenzia delle Entrate non sia in ascolto…