Non si sono ancora sopite le contrarietà e le critiche rispetto al Decreto Ministeriale n. 781, per l’adozione dei testi scolastici, che è spuntato un nuovo Decreto Governativo, destinato ad aumentare non solo le precedenti perplessità, ma anche a generare una nuova preoccupazione per una probabile e inspiegabile discriminazione tra cittadini con bisogni diversi, oltreché una disparità di trattamento tra le imprese editoriali.
Ecco il fatto: sgravi fiscali per i libri con il codice [il codice ISBN, ovvero segnatamente quello dei libri cartacei, N.d.R.], ma non per gli e-book [libri elettronici, N.d.R.]. Sembra essere questo il freddo sunto di una parte specifica del Decreto Legge n. 145, il cosiddetto “Decreto Destinazione Italia”, predisposto e presentato il 13 dicembre dal Governo Letta e pubblicato il 23 dicembre scorso in Gazzetta Ufficiale, con alcune correzioni specificative. Una disposizione, questa, che, se confermata, potrebbe dar luogo alla singolare esclusione dei libri digitali dalle agevolazioni fiscali.
L’articolo 9 della versione definitiva del Decreto conferma infatti l’opzione promozionale a favore del formato cartaceo, prefigurando un’indistinta quanto immotivata marginalizzazione del digitale, foriera di una possibile disparità di trattamento fiscale per i cittadini con disabilità visiva.
C’è dunque il rischio di perpetuare un’anacronistica visione limitante della tecnologia, diffusa nell’opinione pubblica e non solo, che non tiene conto adeguatamente dei processi economici mondiali e della diversificazione crescente dell’editoria nazionale e internazionale.
Tra gli interventi che il Governo intende introdurre nel testo a sostegno dell’editoria, da una parte, infatti, si prevede l’estensione dell’attuale credito d’imposta per il settore e le osteggiate disposizioni di tutela del diritto d’autore quale strumento per la soluzione delle controversie derivanti dall’utilizzo dei contenuti giornalistici, inserendo dall’altra parte – nel citato articolo 9 – un credito di imposta che si tradurrà in una detrazione fiscale del 19% per le spese sostenute nel corso dell’anno per l’acquisto di “libri di testo”.
Questa seconda misura, stando alle dichiarazioni governative – poi specificate nel dispositivo pubblicato – dovrebbe essere valida per i prossimi tre anni (dal 2014 al 2016), prevedendo un massimale annuo di 2.000 euro a persona, di cui 1.000 per l’acquisto dei testi scolastici e universitari e 1.000 per le altre pubblicazioni editoriali “di testo”.
La misura avanzata è stata accolta con prevedibile soddisfazione dagli editori librai, perché può rappresentare un atteso incentivo a un settore da anni in crisi, crisi per altro confermata recentemente anche dai dati dello scorso ottobre 2013.
Non è qui in esame l’utilità dell’intervento per sostenere il mercato del libro e rafforzare la competitività delle imprese dell’editoria, bensì si vuole evidenziare la grande preoccupazione per la marginalizzazione delle nuove opportunità tecnologiche a disposizione dell’editoria, che rappresentano un vero e proprio salto nella civiltà umana, affrontato dal settore dopo l’invenzione della stampa di Gutenberg.
La decisione governativa, non effettuando con chiarezza le scelte coerenti fra tutte le opzioni in campo, rischia di apparire come un provvedimento dal profilo riduttivo – e forse inefficace – se si tiene conto che il mercato dell’editoria si sviluppa e si evolve in modo inarrestabile sempre più verso i formati elettronici a discapito di quello cartaceo.
Ma il Decreto Legge – che a questo punto si spera possa essere chiarito nel corso della prossima discussione parlamentare – appare, come accennato, anche fonte di una marginalizzazione destinata a diventare una discriminazione, per quei cittadini che – essendo in situazione di difficoltà di lettura – debbono necessariamente avvalersi del formato digitale. In questo modo, oltretutto, si disattenderebbe sia quanto previsto dalla Legge 4/04 (Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici, la cosiddetta “LeggeStanca”), sia le finalità del cosiddetto “Decreto Rutelli” [Decreto del 18 dicembre 2007, pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale n. 82 del 7 aprile 2008, N.d.R.], che si proponeva di rendere disponibili entro settantadue giorni le varie pubblicazioni librarie nel formato digitale.
E ancora, l’esclusione della detrazione fiscale per l’acquisto dell’e-book diventerebbe ancor più inaccettabile pensando a quelle famiglie che, in presenza di figli con diverse disabilità, dovendo ricorrere obbligatoriamente al sussidiario scolastico elettronico, non potrebbero fruire della detrazione riservata al solo sussidiario “di testo”.
La preoccupazione per la ristrettezza del campo di applicazione della detrazione fiscale deriva infine anche dal fatto che il Decreto Legge 145 segue in modo cronologicamente ravvicinato le scelte adottate nel Decreto 781 del precedente mese di settembre che aveva già inteso “proteggere” il formato cartaceo, tendendo a procrastinare il lento ma inesorabile ridimensionamento delle vendite del cartaceo e rallentando il massiccio ingresso dei prodotti digitali nel mercato dei testi scolastici. Lo stesso Governo, del resto, rendendosi conto delle disparità tra le diverse imprenditorialità e della possibile discriminazione nei confronti di soggetti socialmente svantaggiati, ha introdotto alcune modifiche al dispositivo iniziale che però non hanno fugato le varie preoccupazioni.
Si tratta perciò di primi cambiamenti che dovranno essere ulteriormente precisati e chiariti in sede parlamentare, con una visione lungimirante che affronti realmente il grande problema della nuova editoria e della scuola digitale. Continuare infatti nelle incertezze e nell’illusione di poter rallentare l’evoluzione della civiltà digitale è un grave errore politico-culturale che può tradursi in un arretramento dei diritti dei lettori con disabilità, ma anche in un declino dell’economia editoriale, con pesanti conseguenze sul delicatissimo tema dell’egemonia culturale in Italia.