È certamente un significativo passo verso l’accessibilità, quello compiuto a Milano – anche grazie alle sollecitazioni della LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che è la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – dove grazie a un servoscala, la storica Casa della Cultura di Via Borgogna è diventata accessibile anche a tutte le persone con disabilità.
«Per le nostre modeste risorse – sottolinea soddisfatto il direttore della Casa della Cultura Ferruccio Capelli – era una sfida enorme, ma si trattava di un aspetto cui tenevamo moltissimo. E alla fine ce l’abbiamo fatta!».
«Ringrazio Ferruccio Capelli – dichiara dal canto suo Franco Bomprezzi, che oltre a essere direttore responsabile del nostro giornale è anche presidente della LEDHA – per aver saputo cogliere lo spirito costruttivo delle mie insistenti esortazioni a risolvere un’oggettiva difficoltà a rendere accessibile una sede così prestigiosa per la cultura non solo milanese. Troppe volte, in passato, mi è dispiaciuto non poter divulgare alle persone con disabilità gli splendidi appuntamenti promossi dalla Casa della Cultura. Vivevo male questa discriminazione che in qualche modo rendeva davvero evidente il concetto di esclusione in base all’accessibilità dei luoghi».
I lavori per migliorare l’accessibilità della Casa della Cultura sono stati effettuati nei mesi scorsi, nell’àmbito di un più vasto programma di ristrutturazione, resosi necessario a seguito del cedimento di un controsoffitto che aveva provocato danni per oltre 100.000 euro. «Abbiamo rischiato grosso – ricorda Capelli -, ma è stato particolarmente importante lo stimolo che ci ha dato Franco Bomprezzi, il quale ci ha caldamente raccomandato di approfittare di quella situazione per risolvere il problema delle scale».
Una simbolica inaugurazione della “nuova” Casa della Cultura accessibile è in programma per il 30 gennaio, in occasione della presentazione del libro L’interpretazione dei luoghi. Flânerie con esperienza di vita di Giampaolo Nuvolati (Firenze University Press, 2013), serata cui oltre allo stesso Nuvolati, interverranno Eva Cantarella, Maurizio Cucchi e Vittorio Gregotti.
«Mi rendo conto – dichiara ancora Bomprezzi – che il servoscala è un “accomodamento ragionevole”, non la soluzione ideale, ma si tratta comunque di una soluzione che segna una svolta di eccezionale valore simbolico. Sarà bello, infatti, immaginare, da qui in poi, anche percorsi culturali condivisi, per contaminare mondi, per aprire scenari, per disegnare il futuro. È proprio questa, del resto, la funzione della cultura». (S.B.)
La Casa della Cultura è un’Associazione Culturale fondata a Milano nel 1946 da Antonio Banfi e da un gruppo di intellettuali di estrazione antifascista (Elio Vittorini, Alberto Mondadori, Giulio Einaudi, Ernesto Nathan Rogers, Mario Borsa, Raffaele Mattioli e altri), che venne inaugurata il 16 marzo 1946 da Ferruccio Parri e si affermò via via nell’immediato dopoguerra come il punto di riferimento della Milano colta e progressista, avvalendosi della collaborazione di figure come Enzo Paci, Giulio Preti, Giacomo Cantoni, Dino Formaggio e Luciano Anceschi, Ludovico Geymonat e Cesare Musatti, il quale ultimo ne fu anche il primo Presidente.
Nella sala di Via Borgogna, definita anche «il più famoso scantinato di Milano», a due passi dal Duomo e dalla Scala, si discute da quasi settant’anni di attualità politica e sociale e si ascoltano i protagonisti della vita culturale milanese, italiana e internazionale. Ai vari incontri che regolarmente vi si organizzano, hanno partecipato e partecipano tuttora i più famosi studiosi, scrittori e giornalisti italiani ed europei.
Con l’attuale direzione di Ferruccio Capelli, la Casa della Cultura si è mossa soprattutto con l’obiettivo di stimolare e indirizzare le energie degli intellettuali milanesi verso il dialogo interculturale e di sollecitare la ricostruzione del pensiero critico e della cultura politica delle forze laiche e progressiste. (Fonte principale: Wikipedia).