È certamente un libro degno di segnalazione e che sta registrando un certo successo, quello uscito qualche mese fa per i tipi di e/o, opera prima di Cristina Lio, intitolata Chi resta deve capire.
Si tratta della storia di una ragazzina che vive nella Calabria degli Anni Ottanta, in una comunità d’accoglienza, insieme a un’umanità variegata fatta di persone con disabilità, tossicodipendenti, preti, obiettori di coscienza e volontari, che attraverso il suo sguardo ironico e disincantato sono insieme adulti e bambini, forti e fragili. Una quotidianità del tutto speciale, piena di domande, cui la bimba non riesce a trovare risposta. Un giorno, però, arriva Veronica, una giovane tossicodipendente con un talento speciale per il disegno e una grande carica vitale, alla quale la protagonista si lega intensamente, in un rapporto che la porterà a uscire pian piano dalla sua solitudine e a incamminarsi nella vita adulta con un senso nuovo dell’affetto e della perdita.
«La storia di una vita fuori dal comune – è stato scritto – che, mettendo il lettore di fronte alle sue responsabilità, costringe ad aprire gli occhi su un’umanità dolente e coraggiosa».
Nata nel 1976 a Fermo, nelle Marche, anche Cristina Lio ha vissuto in una comunità di accoglienza – donde i tratti largamente autobiografici del suo libro – fondata alla metà degli Anni Settanta in Calabria da un gruppo di persone con disabilità e non, tra cui i suoi genitori.
Laureata al DAMS (Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo), ha conseguito una specializzazione in sceneggiatura cinematografica e televisiva e da molti anni lavora e opera all’interno di un’organizzazione del Terzo Settore, che si occupa di interventi per l’inclusione sociale di fasce svantaggiate. (S.B.)
Cristina Lio, Chi resta deve capire, Roma, e/o, 2013, 192 pagine, 16 euro.