Il Terzo Settore e il nuovo Contratto di Servizio RAI

Garantire veri spazi di confronto con le Associazioni, il Terzo Settore e la Società Civile, rispettare i meccanismi che regolano l’accesso, utilizzare un linguaggio corretto e appropriato, rafforzare il Segretariato Sociale, assicurare spazi autonomi di palinsesto: sono queste alcune delle richieste espresse dal Forum Nazionale del Terzo Settore alla Commissione Parlamentare di Vigilanza RAI, in vista del nuovo Contratto di Servizio dell’azienda

Insegna della RAI«Il Forum crede nella centralità del servizio pubblico radiotelevisivo RAI, in quanto garanzia di accesso e diritto costituzionale per tutti i cittadini. In virtù di questo riteniamo che il servizio pubblico possa definirsi tale se racconta la realtà del nostro Paese, se è capace di interpretare l’azione di coesione e inclusività che i cittadini attivi e partecipi garantiscono quotidianamente, se è pluralistico, autonomo, libero e vicino alla vita quotidiana di tutte le persone»: lo dichiara Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore una cui delegazione è stata ricevuta in audizione dalla Commissione Parlamentare di Vigilanza RAI, sul nuovo Contratto di Servizio 2013-2015 dell’azienda, portandone all’attenzione della Commissione stessa alcuni punti critici.
«Crediamo infatti – aggiunge Barbieri – di poter offrire un contributo concreto alla discussione, in vista di un accrescimento delle capacità della RAI di saper comunicare anche i temi che riguardano il nostro mondo, a patto però che vengano garantiti gli spazi adeguati e stabili di confronto con le Associazioni, il Terzo Settore e la Società Civile, che vengano rispettati i meccanismi che regolano l’accesso, che si tenga conto dell’utilizzo di un linguaggio corretto e appropriato, che si rafforzi il ruolo del Segretariato Sociale – o si ricostituisca un apposito Osservatorio -, che si assicurino, infine, spazi autonomi di palinsesto, nella programmazione tradizionalista e tramite un canale digitale tematico dedicato».

In sostanza e sinteticamente, le richieste del Forum si concentrano nei seguenti nove punti specifici:
– la richiesta di predisporre criteri di verifica qualitativa e quantitativa della “comunicazione sociale”;
– la possibilità di costruire occasioni di interazione e mutuo ascolto con direttori di testata e di rete, giornalisti, autori, registi e programmisti;
– un nuovo Protocollo aggiuntivo al Contratto di Servizio Rai 2013-2015, con il rilancio di una sede permanente di confronto tra RAI e Forum del Terzo Settore, organizzazioni sociali e di volontariato, finalizzato alla predisposizione di un Bilancio Sociale RAI;
– la presenza di riferimenti precisi alla comunicazione sociale, attraverso trasmissioni dedicate all’ambiente, alla salute, alla qualità della vita, ai diritti e ai doveri civili, allo sport sociale, alle persone con disabilità e agli anziani;
– il rispetto della Carta di Roma [Protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti, N.d.R.], per un’informazione corretta sui temi dell’immigrazione e dell’asilo, un punto fondamentale, questo, e mai attuale come nel periodo presente, in cui il termine clandestino è stato utilizzato in maniera scorretta e discriminatoria;
– la richiesta di fasce di palinsesto garantite come “comunicazione sociale” nei canali generalisti e all’interno di un canale digitale tematico;
– far pesare anche la comunicazione sociale nella “Qualità dell’offerta e valore pubblico”, con la richiesta di costituire un Comitato nel quale sia rappresentato il Forum del Terzo Settore come stakeholder [portatore di interesse, N.d.R.] sociale;
– la proposta di ampliare l’offerta televisiva aggiungendo un nono “genere” agli otto elencati nel Contratto in altrettante categorie, vale a dire “Informazione e programmi di comunicazione sociale”;
– la richiesta, infine, di precise indicazioni di obiettivi di tipo quantitativo e temporale, rispetto al tema dell’“Offerta dedicata alle persone con disabilità e programmazione sociale”, con il coinvolgimento delle Associazioni.

«Riteniamo insomma – conclude Barbieri – che il Contratto di Servizio debba riuscire a interpretare le esigenze che la società civile organizzata propone, rafforzando il legame tra i cittadini e la RAI». (A.M.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: stampa@forumterzosettore.it.

Please follow and like us:
Pin Share
Stampa questo articolo