Per agire contro la violenza sulle donne con disabilità

Proprio per questo è nato in Toscana il Progetto “Aurora”, a cura dell’Associazione Frida, e prima ancora per comprendere le caratteristiche di questo terribile fenomeno. L’iniziativa, articolata sull’apertura del primo sportello a livello nazionale dedicato alle donne con disabilità vittime di violenza e sulla realizzazione di una ricerca riguardante il tema, vivrà il proprio seminario conclusivo l’8 febbraio a Pisa

Foto di donna che mette le mani in avantiÈ in programma per sabato 8 febbraio a Pisa (Stazione Leopolda, Piazza Guerrazzi, 11, ore 9-14) il seminario conclusivo del Progetto Aurora, la più che meritoria iniziativa volta a contrastare la violenza nei confronti delle donne con disabilità, promossa qualche tempo fa dall’Associazione Frida – Donne che sostengono donne contro la violenza di genere, la cui sede è a Ponte a Egola (frazione di San Miniato, in provincia di Pisa). Un progetto, lo ricordiamo, promosso in partenariato con l’AIAS di Empoli (Associazione Italiana Assistenza agli Spastici) e con la Società della Salute Valdarno Inferiore, di cui anche il nostro giornale si è già più volte ampiamente occupato e del quale sintetizziamo nel box in calce i principali contenuti.

Aperto dai saluti di Giuditta Giunti, referente per le Politiche di Genere della Società della Salute Valdarno Inferiore e di Giovanni Grazzini, presidente dell’AIAS di Empoli, l’incontro – denominato semplicemente Violenza di genere e disabilità – potrà poi contare sugli interventi di Rosalba Taddeini, presidente di Frida (“Aurora”: il primo progetto italiano sulla violenza di genere e la disabilità), Lina Vita Losacco, responsabile dell’Area Salute dell’Associazione Differenza Donna (Donne, disabilità, corpo e violenza), Valeria Alpi della Cooperativa Sociale Accaparlante di Bologna (Conoscere la disabilità, riconoscere la violenza), Giovanna Zitiello della Casa della Donna di Pisa (La violenza contro le donne: l’esperienza dei centri antiviolenza), Maria Spiotta, psicoterapeuta e ricercatrice di Differenza Donna (La Ricerca “Aurora”: dallo stato dell’arte alle proposte di intervento) e Giulia Fioravanti di Frida (Il Progetto “Aurora”: risultati e prospettive).
Successivamente si terranno i due workshop intitolati Riconoscere la violenza: come migliorare i servizi rivolti alle donne con disabilità e Accoglienza e supporto delle donne disabili vittime di violenza, a cura rispettivamente di Maria Spiotta e di Lina Vita Losacco.

Da ricordare, infine, che in occasione del seminario sarà rilasciata copia gratuita della pubblicazione Aurora. Violenza di genere e disabilità,  realizzata dall’Associazione Frida e contenente i risultati della Ricerca e del Progetto Aurora. (Simona Lancioni)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti:
comunicazioneassociazionefrida@gmail.com, associazione.frida@libero.it.

Il Progetto Aurora
Aurora è un progetto altamente innovativo, volto a comprendere e a contrastare la violenza di genere ai danni di donne con disabilità. L’iniziativa – promossa dall’Associazione Frida quale soggetto capofila, in partenariato con l’AIAS (Associazione Italiana Assistenza agli Spastici) di Empoli (Firenze) e con la Società della Salute del Valdarno Inferiore, oltreché avvalendosi del finanziamento di Philip Morris Italia, tramite l’Associazione Vita Giving Europe ONLUS – si è svolta nei territori del Valdarno Inferiore e dell’Empolese Valdelsa. L’obiettivo, perseguito attraverso una ricerca e l’apertura di uno sportello specifico,era quello di creare uno spazio in cui informare, ascoltare e sostenere le donne con disabilità fisiche e sensoriali che vivono condizioni di violenze, abusi e violazione dei diritti umani e di mettere in atto strategie e interventi idonei a comprendere e a contrastare la violenza nei confronti delle donne disabili.
Tutte le donne vittime di violenza incontrano barriere che rendono spesso molto difficile il riconoscimento della violenza e l’avvio di un proprio percorso di fuoriuscita. Le barriere culturali, la non consapevolezza dei propri diritti e la dipendenza economica costituiscono i principali ostacoli al processo di autodeterminazione ed emancipazione delle donne vittime di violenza. Per le donne con disabilità, tuttavia, tali barriere sono ancora più forti perché spesso la violenza è agita dalla stessa persona che si prende cura di loro, amplificandone quindi la condizione di dipendenza e subordinazione.
Il Progetto Aurora, come detto, ha previsto l’apertura del primo sportello a livello nazionale dedicato specificatamente alle donne disabili vittime di violenza e la realizzazione di una ricerca sul tema della violenza di genere nei confronti di donne disabili. Collocato fisicamente ad Empoli, presso la sede dell’AIAS locale (Via Villani 11), il servizio ha garantito l’apertura settimanale e su appuntamento.
L’indagine qualitativa ha previsto invece la somministrazione di un’intervista semistrutturata rivolta a venti stakeholders (operatori socio-sanitari e di servizi educativi che lavorano a contatto con donne disabili) e ha rilevato le norme, le prassi e i servizi esistenti e la qualità delle risposte sociali e normative esistenti. Gli obiettivi perseguiti consistevano nel fare emergere un fenomeno ancora poco studiato, ma sul quale ha richiamato l’attenzione anche l’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Raccomandazioni Closing the Gender Gap 2012), individuando le esigenze del territorio e dei servizi rivolti alle donne con disabilità, comprendendo eventuali criticità e analizzando possibili proposte di intervento per adeguare e migliorare i servizi.
(a cura di Simona Lancioni)

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