Il cinema e lo sci “con altri occhi”

«Non “Per altri occhi” - infatti -, ma “Con altri occhi” avrebbe dovuto intitolarsi il docufilm di Silvio Soldini, visto come contribuisce a modificare positivamente il punto di vista degli spettatori sulla cecità»: lo ha detto Giulio Nardone, presidente dell’ADV (Associazione Disabili Visivi), al termine della tradizionale settimana bianca nelle Dolomiti bellunesi, durante la quale è stato appunto proposto anche quel film audiodescritto
Scena dal docufilm "Per altri occhi"
Una scena del docufilm “Per altri occhi. Avventure quotidiane di un manipolo di ciechi”, diretto da Silvio Soldini

La settimana conclusasi il 26 gennaio scorso ha decisamente visto le persone non vedenti assume il ruolo di protagoniste. Infatti, sulle nevi bellunesi rispettivamente del Civetta e di Malga Ciapela, discesisti e fondisti ciechi hanno trascorso la loro tradizionale settimana bianca organizzata dall’ADV (Associazione Disabili Visivi), guidati dagli istruttori del Corpo Forestale della Regione Veneto, della Polizia di Stato di Moena (Trento), della Guardia di Finanza di Predazzo (Trento), dei Carabinieri e degli Alpini dell’ANA (Associazione Nazionale Alpini), insieme a numerosi volontari della zona.
Nel pomeriggio del 24, poi, quella cinquantina di persone non vedenti, insieme ai loro istruttori, alle autorità locali, a cittadini e turisti, hanno assistito alla proiezione di un film che vede proprio alcuni di loro come protagonisti. Un’iniziativa, quest’ultima, resa possibile grazie all’interessamento dei Comuni bellunesi di Alleghe e Rocca Pietore, che anche per la trentunesima edizione hanno voluto sponsorizzare la settimana bianca per sciatori ciechi.

Si tratta di Per altri occhi. Avventure quotidiane di un manipolo di ciechi, docufilm di Silvio Soldini e Giorgio Garini, diretto dallo stesso Soldini, già proiettato contemporaneamente in numerose città il 9 ottobre scorso, alla vigilia della Giornata Mondiale della Vista – come avevamo a suo tempo ampiamente riferito, e del quale è stato scritto che «è il racconto vivace e sorprendente di un gruppo di persone straordinarie che hanno in comune l’handicap della cecità ma, soprattutto, un approccio alla vita quotidiana fatto di caparbietà e determinazione, umorismo e autoironia. Si ride e ci si commuove insieme a questi dieci antieroi alle prese con le piccole sfide di ogni giorno. Dieci esistenze imprevedibili, lontane dai cliché, ritratte con allegria e leggerezza, che cambiano il nostro sguardo rovesciando la prospettiva e instillandoci un dubbio: qual è il significato vero della parola limite?».

E un altro limite superato per l’occasione è stato quello di rendere accessibile a chi non vede uno spettacolo tipicamente visivo come quello cinematografico: infatti, per la prima volta nel territorio dell’Agordino, è stato proiettato un film corredato da un’audiodescrizione, spiegando quindi a chi non può vederle le scene e le situazioni che appaiono sullo schermo, senza per altro interferire con la colonna sonora.
In sala, come accennato, c’erano alcuni dei protagonisti di Per altri occhi, come Enrico, fisioterapista che appena può scappa in barca a vela, Giovanni, piccolo imprenditore con la passione per lo sci e Mario, super-sportivo in pensione che ha attraversato l’Adriatico in canoa.

Al termine della proiezione, Paola Favero, vicequestore del Corpo Forestale dello Stato e animatrice instancabile delle settimane bianche e “verdi” organizzate sulle Dolomiti dall’ADV, ha intervistato gli spettatori non vedenti, che hanno dichiarato di essersi riconosciuti nelle varie situazioni di vita vissuta dei protagonisti.
Particolarmente toccanti sono state le testimonianze di alcuni spettatori normovedenti, che per la prima volta sono entrati in contatto con la quotidianità di non vedenti, vivendoli però in primo luogo come persone, al di fuori di ogni stereotipo pietistico e senza l’imbarazzo che spesso ostacola la sincerità dei rapporti con la disabilità.
Decisamente appropriato, quindi, è apparso il commento di Giulio Nardone, presidente nazionale dell’ADV, secondo il quale «forse il film avrebbe dovuto intitolarsi “Con” altri occhi, perché ha senz’altro contribuito a modificare positivamente il punto di vista degli spettatori sulla cecità». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: segreteria@disabilivisivi.it.

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