Dopo la più che motivata soddisfazione del novembre 2012, quando il Consiglio Regionale dell’Abruzzo aveva approvato all’unanimità la Legge Regionale 57/12 (Interventi regionali per la vita indipendente), dopo anni di pressioni in tal senso, condotte in particolare dalle persone con disabilità del Movimento Regionale per la Vita Indipendente, è purtroppo tornato il tempo di “scendere in trincea”, alla luce dei negativi sviluppi che hanno seguito quel provvedimento.
Come infatti sin troppo spesso accade nel nostro Paese, dove alla cosiddetta “normativa primaria” (quasi sempre scritta in modo impeccabile) non segue una corretta e rapida applicazione, succede che quella Legge è tuttora bloccata per la mancata presentazione, da parte della Giunta Regionale, delle Linee Guida previste dall’articolo 16 «entro novanta giorni», ovvero ciò che sarebbe dovuto avvenire entro il 5 marzo scorso.
«Forse si teme – si chiede e accusa Nicolino Di Domenica, responsabile del Movimento per la Vita Indipendente dell’Abruzzo, vicepresidente dell’AIAS di Lanciano (Chieti) e delegato per l’Abruzzo della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – che con questa Legge gli Istituti saranno penalizzati?». E torna a ricordare – come più volte aveva fatto durante gli anni che avevano portato ad ottenere la Legge -, che «i progetti personalizzati di assistenza a domicilio, rivolti alle persone con grave disabilità, porterebbero a costi assai più ridotti, rispetto a quelli degli Istituti, senza contare la migliore qualità dell’assistenza, gestita direttamente dalle stesse persone con disabilità, e la possibilità di creare nuovi posti di lavoro».
Un silenzio letteralmente “assordante”, quindi, quello della Giunta Regionale Abruzzese, una vera e propria «presa in giro», che fa dire a Di Domenica che probabilmente, «nella nostra Regione, la disabilità, per molte persone, è ancora un affare!».
E in parallelo cosa sta poi succedendo? Che la Regione, con un recente provvedimento, ha previsto un taglio lineare e retroattivo delle prestazioni riabilitative del 10%, rispetto a quelle effettuate nel 2012, «dimenticando – come denuncia ancora Di Domenica – che questo settore negli anni precedenti era già stato pesantemente penalizzato». «Cosicché – prosegue il delegato abruzzese della FISH – a causa dei tagli, oggi è praticamente impossibile eseguire numerose prestazioni riabilitative, dalla fisiochinesiterapia alla logopedia e alla psicomotricità, solo per citarne alcuni, costringendo molte persone con disabilità, bambini compresi, a fare i conti con lunghissime liste d’attesa oppure a pagare privatamente e per intero le varie prestazioni». «Si torna sempre alle solite – conclude Di Domenica – ovvero si arricchiranno gli istituti privati».
«Nel Paese – si leggeva in una nota della FISH Nazionale, prodotta nei giorni scorsi e ripresa dal nostro giornale – si raccolgono segnali non certo incoraggianti»: quello proveniente dall’Abruzzo è un altro di questi. (S.B.)
Ringraziamo Stefano D’Andreagiovanni per la collaborazione.
Articoli Correlati
- L'integrazione scolastica oggi "Una scuola, tante disabilità: dall'inserimento all'integrazione scolastica degli alunni con disabilità". Questo il titolo dell'approfondita analisi prodotta da Filippo Furioso - docente e giudice onorario del Tribunale dei Minorenni piemontese…
- Un passo avanti, due passi indietro? Profonda delusione era stata espressa dal presidente dell'EDF (European Disability Forum), Yannis Vardakastanis, al momento dell'adozione da parte della Commissione Europea di una bozza di direttiva sulla non discriminazione per…
- Sordocecità, la rivoluzione inclusiva delle donne Julia Brace, Laura Bridgman, Helen Keller, Sabina Santilli. E poi Anne Sullivan. Le prime quattro erano donne sordocieche, la quinta era “soltanto” quasi completamente cieca, ma non si può parlare…