Silenzi rispettosi e silenzi intollerabili

«In occasione della quarta Giornata Nazionale sugli Stati Vegetativi - ha dichiarato Fulvio De Nigris, direttore del Centro Studi per la Ricerca sul Coma di Bologna - il nostro pensiero è andato a Michael Schumacher, che oggi maggiormente rappresenta la situazione di migliaia di persone in Italia e nel mondo, le cui famiglie devono combattere anche con un intollerabile silenzio su tali problematiche»
Fulvio De Nigris
Fulvio De Nigris, direttore del Centro Studi per la Ricerca sul Coma, presso la Casa dei Risvegli Luca De Nigris dell’Associazione Gli Amici di Luca di Bologna

«Il Ministero della Salute ci ha annunciato un’iniziativa entro febbraio. Nel frattempo, però, il nostro pensiero è andato, in occasione del 9 febbraio, a Michael Schumacher, che oggi è la persona che maggiormente rappresenta la situazione di migliaia di persone in Italia e nel mondo che vivono una condizione alterata di coscienza in una forma transitoria che a volte diventa cronica».
Lo ha dichiarato Fulvio De Nigris, direttore del Centro Studi per la Ricerca sul Coma, sito nella Casa dei Risvegli Luca De Nigris dell’Associazione Gli Amici di Luca di Bologna, in occasione del 9 febbraio, quarta Giornata Nazionale sugli Stati Vegetativi, istituita a suo tempo dal Governo su iniziativa delle Associazioni che si occupano di queste problematiche e rappresentano le famiglie.

«La famiglia di Schumacher – ha aggiunto De Nigris – ha scelto il silenzio, un silenzio rispettoso che mal si coniuga con il silenzio delle Istituzioni, della classe politica, dei mass-media, che diventa irrispettoso nei confronti delle tante famiglie e dei tanti operatori e volontari che operano per garantire l’assistenza di queste persone. C’è infatti chi ancora non vuol vedere una condizione che può far paura, specialmente quando la persona colpita non torna più come prima. Ecco perché il 9 febbraio il nostro pensiero è andato a Schumacher perché la battaglia difficile che sta affrontando sia positiva, comunque vada. E che la forza e l’amore delle relazioni affettive che lo circondano possano anche dare un messaggio di condivisione e di speranza per le tante famiglie che vivono la stessa situazione». (S.B.)

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