Non solo il Giorno della Memoria

Sono del tutto lodevoli iniziative come quella attualmente promossa in varie Province della Toscana dall’ANFFAS Regionale, consistente in una mostra dedicata allo sterminio delle persone con disabilità durante il nazismo, perché così come il progetto internazionale “HABM: The Holocaust of All. Battle of Memory”, è sempre necessario tenere vivo il ricordo di ciò che mai dovrà essere dimenticato, anche oltre la ricorrenza del Giorno della Memoria

Manifesto apparso in epoca nazista, che legava strettamente i sacrifici economici agli sprechi per tenere in vita «persone improduttive»

Manifesto apparso in epoca nazista, che legava strettamente i sacrifici economici agli sprechi per tenere in vita “persone improduttive”, ovvero come venivano considerate le persone con disabilità

Non solo il Giorno della Memoria del 27 gennaio – di cui per altro ci siamo ampiamente occupati qualche settimana fa – ma ogni altra occasione dev’essere quella giusta per tenere viva la memoria sullo sterminio di centinaia di migliaia di persone con disabilità – quasi 300.000, secondo stime più che accreditate – ad opera del regime nazista e durante la seconda guerra mondiale.
In questa direzione marcia ad esempio il progetto internazionale HABM: The Holocaust of All. Battle of Memory (letteralmente “L’Olocausto di tutti. La battaglia della memoria”), iniziativa ad ampio respiro, finanziata nel quadro del programma Europa per i cittadini, che ha per capofila DPI Italia (Disabled Peoples’ International) e che vede tra gli esperti maggiormente impegnati a realizzarlo Silvia Cutrera, presidente dell’AVI di Roma (Agenzia per la Vita Indipendente).
Ma ben lo ha compreso anche l’ANFFAS Toscana (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), che in questo mese di febbraio sta proponendo un’ottima iniziativa in varie Province della propria Regione, vale a dire la mostra composta da trenta pannelli cartacei, intitolata Perché non accada mai più: ricordiamo, esposta dal 3 al 16 febbraio a Massa Carrara, Firenze, Lucca e Pisa e ora – fino al 2 marzo – a Prato, Livorno e Poggibonsi (Siena).

«Proponendo questa iniziativa – spiega Fiorella Nari, presidente dell’ANFFAS Toscana, che per l’allestimento della mostra ha potuto contare sull’impegno e la disponibilità di quindici volontari – la nostra Associazione  non si pone come scopo prioritario l’approfondimento della conoscenza di quei fatti, piuttosto intende onorare la memoria di quelle vittime innocenti e destare domande e riflessioni su attuali grandi temi filosofici, morali, scientifici e sociali».
«Proprio per i disabili – aggiunge Nari – furono “inventate” le camere a gas. Furono infatti loro le prime “cavie” dei barbari esperimenti medici su esseri umani e per loro furono messi a punto i macabri rituali delle camere a gas camuffate da docce, della spoliazione, del recupero degli effetti personali e dell’estrazione dei denti d’oro. Sia le basi scientifiche da cui tutto partì – con un’accurata preparazione attraverso anni di martellante propaganda – sia la tipologia dei suoi esecutori, pongono domande inquietanti sul presente e sul futuro. Per questi motivi si deve conoscere, anche se fare memoria può essere difficile e doloroso». (S.B.)

Ringraziamo Gabry Filistrucchi per la segnalazione.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: anffastoscana@anffasms.it.

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