Un altro museo che punta sull’accessibilità universale

È il Museo dell’Artigianato Valdostano di Tradizione i cui responsabili porranno il 24 febbraio un primo, importante tassello di tale percorso, firmando un protocollo d’intesa con l’Istituto dei Sordi di Torino. Tra gli obiettivi della struttura che ha sede ad Aosta, vi è anche quello di stimolare lo scambio di esperienze e approcci con musei, associazioni o professionisti che a diverso titolo si occupano di accessibilità culturale universale
Aosta: Museo dell'Artigianato Valdostano di Tradizione
La sede del Museo dell’Artigianato Valdostano di Tradizione

È sin dal momento della sua inaugurazione, avvenuta nel 2009, che il Museo dell’Artigianato Valdostano di Tradizione (MAV) di Aosta crede nell’importanza dell’accessibilità e dell’eliminazione delle barriere architettoniche. Più recentemente, però, è cresciuta la consapevolezza di allargare ulteriormente quello stessa concetto di accessibilità. «Lo sforzo di sradicare le attività culturali da una prospettiva elitaria – spiegano infatti i responsabili della struttura – ha posto in primo piano le problematiche relative all’accesso alla cultura, con particolare attenzione ai fruitori con esigenze specifiche, collegate a disabilità o difficoltà di natura motoria, percettiva e non solo».

In questa prospettiva, quindi, e approfittando del parziale riallestimento dello spazio permanente, un primo importante tassello verrà posto nei prossimi giorni, ed esattamente il 24 febbraio, con la firma di un protocollo d’intesa tra Livio Aristide Vagneur, presidente dell’IVAT (Institut Valdôtain de l’Artisanat de Tradition, ovvero l’Istituto Valdostano dell’Artigianato di Tradizione) e Antonio Robbiati, prsidente dell’Istituto dei Sordi di Torino, i quali congiuntamente dichiarano come «l’intento sia quello di costruire una “rete” per favorire un clima di confronto e collaborazione con Enti che si occupano della facilitazione della comprensione dei linguaggi disciplinari e specialistici utili a migliorare i servizi offerti ai visitatori di spazi culturali».
«Una volta formalizzate le linee guida di cooperazione – spiega dal canto suo Nurye Donatoni, conservatrice responsabile del MAV – si proseguirà con la revisione della comunicazione interna del museo per includere diverse tipologie di pubblici. Il progetto, elaborato in sinergia con Enrico Dolza, direttore dell’Istituto dei Sordi di Torino, comporterà appunto la semplificazione della comunicazione per coinvolgere i target fragili, la sperimentazione di modelli di attività didattiche per i sordi e infine la concretizzazione di un vocabolario in Lingua dei Segni, interamente dedicato agli oggetti di artigianato, alle modalità di fabbricazione e al savoir-faire artigianale».

Perseguendo dunque queste finalità, la struttura valdostana intende incrementare le forme di partecipazione attiva della comunità, mediante la conoscenza del ruolo “educativo” del museo e del suo patrimonio culturale. E l’obiettivo principale è quello di stimolare lo scambio di esperienze e approcci con altri musei, associazioni o professionisti che a diverso titolo si occupano di accessibilità culturale universale. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: museo@lartisana.vda.it, istitutodeisordiditorino@gmail.com.

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