«Quello che sta accadendo nella Regione Veneto a proposito del Bilancio Preventivo per il 2014 evidenzia una situazione particolarmente grave nel settore della sanità e del sociale, con il tentativo di dirottamento di 180 milioni di euro dal fondo sanitario ad altri capitoli di spesa e con i tagli lineari».
Lo si legge in una nota prodotta dal Dipartimento Welfare della CGIL Veneto, con la quale si comunica il sostegno dell’organizzazione sindacale all’iniziativa di protesta – di cui abbiamo riferito nei giorni scorsi -, consistente in una conferenza stampa e in un sit-in a Venezia, programmati per venerdì 28 febbraio dalla FISH Veneto (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), contro le attuali politiche sociali della Regione.
«Anziché spendere meglio e mettere mano alla riorganizzazione degli enti strumentali – si legge ancora nel comunicato della CGIL Veneto -, al taglio delle ULSS, alla rinegoziazione delle concessioni per rientrare dai debiti prodotti dal ricorso alla finanza di progetto, la Regione interviene con la mannaia a scapito della sanità e del sociale, facendone pagare i costi all’utenza».
«Per effetto dei tagli ai finanziamenti al Fondo Sanitario Nazionale nell’ordine di 30 miliardi di euro – si rileva quindi -, il Bilancio della Sanità veneta si ritrova con altri 50 milioni di euro in meno rispetto al 2013 e il Fondo Sociale Veneto subirà ulteriori tagli, tanto da portarlo dai 721 milioni previsti nel 2013 ai 707 del 2014, con una riduzione di 14 milioni di euro che andrà a colpire direttamente la popolazione più debole ed esposta».
«Con una popolazione che continua a invecchiare – si sottolinea poi – il Veneto presenta una forte domanda di “sociale” che va esaudita e questo non può avvenire tagliando la spesa sui sostegni alla disabilità, sulla non autosufficienza, ma anche su asili nido, scuole materne, sulle risorse da assegnare ai Comuni. Con questi tagli non saranno più garantiti i servizi essenziali».
E ancora, viene evidenziata «la priorità, che dev’essere quella di recuperare risorse con l’obiettivo di arrivare al completamento e all’implementazione della rete dei servizi territoriali e al riordino complessivo della rete ospedaliera. È altresì necessario che si proceda quanto prima al riordino di tutta la materia che riguarda le strutture residenziali per anziani, disabili e non autosufficienti, e alla “partita” delle cure domiciliari, oggi ridotte a una sorta di modello “fai da te”, che scarica sulle famiglie l’intero onere del lavoro di cura. Più risorse, quindi, anche per garantire la possibilità di accedere a percorsi di vita indipendente per le persone con disabilità».
«Investire nel welfare – è la conclusione del comunicato – vuol dire migliorare i servizi ai cittadini e aumentare l’occupazione. Va estesa pertanto la prevenzione e vanno implementati i servizi nel territorio, rafforzando l’integrazione socio-sanitaria e il sostegno alle figure più deboli della nostra comunità. Più servizi, più tutele, più sanità, più sociale vuol dire più salute, più assistenza, più buona occupazione. Per tutte queste motivazioni sosterremo la mobilitazione della FISH Veneto del 28 febbraio». (S.B.)
Ringraziamo Enrico Agosti per la collaborazione.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: welfare@veneto.cgil.it, fishveneto@libero.it.
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