La base è quella della cosiddetta “metodologia ICF”, che si rifà cioè al modello bio-psico-sociale dell’ICF, la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, definita nel 2001 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Quando poi una persona con disabilità dev’essere inserita all’interno di un’azienda – come da Legge 68/99 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili) – il percorso prende avvio su impulso del Servizio Collocamento Mirato Provinciale, ove un’équipe tecnica – composta da operatori della Provincia e del Settore Socio Sanitario – si reca direttamente nell’azienda coinvolta, per raccogliere notizie sulla mansione, sulla postazione lavorativa e sull’ambiente in senso lato. Successivamente, dalla banca dati del servizio provinciale, viene individuata una rosa di possibili candidati con disabilità, dotati delle caratteristiche prossime a quelle richieste dall’azienda.
Ciascun candidato, quindi, viene sottoposto a una scrupolosa intervista, per ottenere appunto un ampio ritratto bio-psico-sociale. Tutte le informazioni relative, sia all’azienda che ai lavoratori, vengono infine inserite in un sistema informatico, seguendo i criteri di specifici protocolli d’indagine qualificati ICF e sulla base del quadro che emerge, si può dire definito il progetto personalizzato d’inserimento del lavoratore.
A segnalarci tale metodica è Roberto Zazzetti, referente per le Marche della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e membro, come da Legge 68/99, della Commissione Provinciale per il Lavoro di Ascoli Piceno, che sottolinea come tale Provincia «si stia confermando come un Ente virtuoso nel campo dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità. Lo testimonia anche il recente inserimento di due lavoratori in aziende metalmeccaniche del Piceno. Si tratta infatti di un processo di servizio innovativo quanto funzionale, che mira a ottimizzare l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità, attraverso l’utilizzo di strumenti di rilevazione e programmazione qualificati ICF».
Va ricordato anche che alla messa a regime di questa metodologia si è giunti al termine di un percorso avviato con la partecipazione a un programma sperimentale realizzato dall’Agenzia Italia Lavoro, per il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e per quello della Salute, che ha visto coinvolte undici Regioni e altrettante Province. La Regione Marche ha a propria volta individuato nella Provincia di Ascoli Piceno l’Ente presso cui realizzare l’iniziativa e a distanza di due anni – conclusa la fase di sperimentazione e visti i buoni risultati ottenuti -, la Regione stessa ha deciso di estendere l’esperienza ascolana a tutto il circuito marchigiano, puntando sull’adozione definitiva del sistema, e sempre avvalendosi dell’assistenza tecnica di Italia Lavoro. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Roberto Zazzetti (robertozazzetti@alice.it).