«Esiste il diritto alla resistenza contro i pubblici poteri che violano le libertà fondamentali»: è con le parole di Giuseppe Dossetti che si sono aperti a Roma gli Stati Generali della Salute: Art. 32, giornata organizzata dall’Associazione che da tale luminosa figura prende il nome, ovvero l’Associazione “Giuseppe Dossetti: i Valori – Sviluppo e Tutela dei Diritti”.
Obiettivo dell’iniziativa – che nei giorni scorsi avevamo ampiamente presentato anche nel nostro giornale e che ha potuto contare sulla partecipazione di autorevoli rappresentanti del mondo politico, istituzionale, scientifico, accademico, associativo, imprenditoriale e sindacale – era sostanzialmente quello di creare una rete in grado di generare la collaborazione tra i settori pubblico e privato e tra tutte le parti interessate, arrivando a elaborare un documento di indirizzo per una proposta di revisione del Titolo V della Costituzione e per il rispetto dell’articolo 32 della stessa («La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana»).
Assunto fondamentale che sta alla base dell’impegno dell’Associazione Dossetti è la denuncia di un Paese «ove sono presenti ventuno sistemi differenti di gestione del paziente e in cui la disponibilità di cure, l’accesso ai farmaci e le prestazioni sanitarie sono diversificate in modo iniquo, con conseguente violazione del diritto di ogni persona».
«La salute – ha dichiarato durante l’incontro la senatrice Emilia De Biasi, presidente della XII Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama – è un valore per ogni persona, oltre che una questione di prossimità e di territorio. I sistemi regionali non possono essere causa di separatezza né possono continuare ad agire in maniera indipendente e scoordinata; è, al contrario, necessario rivedere il sistema e risolvere i problemi che affliggono la nostra organizzazione sanitaria».
Ponendo quindi sempre al centro il diritto alla salute per tutti, sancito dall’articolo 32 della Costituzione, Ombretta Fumagalli Carulli, presidente dell’Associazione Dossetti, ha spiegato come «il nostro Sistema Sanitario Nazionale non sia più in grado di garantire livelli di assistenza sanitaria e standard qualitativi in modo tale da realizzare una vera giustizia distributiva». In altre parole, «l’Italia si presenta con una sanità che, anziché unire, produce forti tensioni tra le diverse Regioni e i malati».
«Per noi gli Stati Generali restano aperti», ha concluso Claudio Giustozzi, segretario nazionale dell’Associazione Dossetti, che ha aggiunto: «È necessario che lo Stato si focalizzi sulle necessità di ogni singolo cittadino. L’assistenza al paziente e l’accessibilità del paziente stesso non possono dipendere infatti dalla Regione di nascita o di provenienza». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@dossetti.it.
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