La denuncia di qualche giorno fa da parte della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), su possibili tagli ai fondi per i disabili da parte del Governo Renzi, sembra purtroppo trovare autorevoli conferme. Prima, infatti, un’intervista rilasciata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio e poi una tabella prodotta da Carlo Cottarelli, il commissario per la revisione della spesa pubblica, diffusa dalla stampa, confermano che l’Esecutivo ha effettivamente allo studio tagli ai fondi per la disabilità.
È almeno dal 2010 che si tenta di eliminare o comunque di ridurre i fondi per le persone con disabilità e già il Governo Berlusconi aveva previsto pesanti tagli, non confermati poi dal Governo Monti. Ora ci riprova non un Governo di centrodestra, ma addirittura un governo a guida del Partito Democratico.
Non so come possano essere avanzate queste proposte, se già i diritti riconosciuti dalla Costituzione del nostro Paese e dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità sono sin troppo spesso ignorati. Questi cittadini potrebbero infatti denunciare in massa le Pubbliche Amministrazioni, visto che non è garantita loro un’adeguata assistenza sanitaria e sociale in molte aree del Paese, che ci sono barriere architettoniche ovunque a creare enormi danni economici e morali e a ridurre le loro opportunità. Edifici pubblici, metropolitane, persino ospedali non sono accessibili, in quanto realizzati in violazione della normativa esistente. Ed è sin troppo frequente il mancato rispetto delle norme sull’inserimento scolastico e lavorativo, con discriminazioni presenti ovunque.
Ebbene, nonostante tutto ciò, si punta a ridurre i pochi fondi destinati alle persone non autosufficienti!
Si cerchino pure i “falsi invalidi”, ma chi non rispetta molte volte le leggi è proprio lo Stato che crea già uno svantaggio sociale alle persone con disabilità e non garantisce pari opportunità.
Mi auguro dunque che la “svolta buona” di cui ha parlato il Presidente del Consiglio riesca sì a garantire la crescita e il contenimento del debito pubblico, ma anche il rispetto dei diritti e la tutela dei soggetti più deboli del Paese, senza spingerli ancora di più alla disperazione.