Correrò per dare vita ai giorni

«Corro per dare vita ai giorni e non soltanto giorni alla vita»: è questo il motto di Luigi Brunori, persona affetta da SLA (sclerosi laterale amiotrofica), la grave patologia neurodegenerativa progressiva, che rappresentando l’Associazione Viva la Vita, il 23 marzo sarà al via della Maratona di Roma, per dare visibilità alla sua condizione, senza vergogna e senza nascondere in alcun modo le sue difficoltà quotidiane
Luigi Brunori
Il 23 marzo Luigi Brunori parteciperà alla gara sui 5 chilometri della Maratona di Roma

Anche l’associazione Viva la Vita, che riunisce malati di SLA (sclerosi laterale amiotrofica) e loro familiari, parteciperà alla prossima Maratona di Roma in programma domenica 23 marzo.
«Potrà sembrare stano o quanto meno inopportuno che la nostra Associazione partecipi a una corsa podistica. Ebbene, la strana idea è venuta a me». Queste le parole di Luigi Brunori, vero promotore dell’iniziativa, persona che convive con la SLA dal 2012 e che aggiunge: «Il motivo che mi ha animato è dare visibilità al nostro stato, senza vergognarci o nascondere le nostre difficoltà quotidiane».

Oggi Luigi non si muove più, respira grazie a un ventilatore e si alimenta con una pompa collegata direttamente allo stomaco. Non ha però perso la voglia di vivere e ha organizzato dal suo letto la partecipazione alla Maratona di Roma grazie all’aiuto di un sofisticato comunicatore che scrive intercettando il movimento degli occhi. Dopo avere quindi coinvolto l’Associazione Viva la Vita, ha raccolto il sostegno del suo ospedale di riferimento, il San Filippo Neri di Roma, della Società Medicasa da cui è assistito e della Podistica Solidarietà di Roma.
«Corro per dare vita ai giorni e non soltanto giorni alla vita»: questo il motto che Brunori ha reso suo e che, come lui stesso afferma, «possiamo applicare a tutte le attività, soprattutto a quella che più ci è impedita, per mostrare tutta la nostra voglia di vivere».
«Forse – sottolinea ancora – qualcuno ci direbbe, con ragione, che cosa significhi vivere in queste condizioni. Ma perché dobbiamo rinunciare, fintantoché abbiamo la voglia e la forza di andare a un cinema, a un teatro, a fare una bella passeggiata a Villa Borghese, a correre persino per la Maratona anche se siamo in carrozzina? Certamente non potremmo fare una sfilza lunghissima di cose come gli altri, ma quelle poche che possiamo e vogliamo realizzare spesso ci vengono negate dalle difficoltà poste da altri. E tuttavia gli ostacoli possiamo cancellarli, non solo con la repressione, ma anche con l’educazione civica».

Luigi, dunque, sarà pronto allo start della Maratona di Roma di 5 chilometri, con il suo pettorale da corridore, insieme alla famiglia, agli amici, con i medici e gli infermieri al seguito, per dire «se qualcuno vuole venire a farsi scarrozzare, magari solo per 100 metri, credo che questa sia una bella occasione!». (Simonetta Tortora)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficio stampa@wlavita.org.

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