Si chiama “Lilla” (MM5) ed è la nuova linea della Metropolitana di Milano, contraddistinta appunto dal colore lilla. I lavori per completarla termineranno alla fine del 2015 – attualmente ne è stata terminata la prima parte – e le stazioni previste saranno diciannove, collegando Bignami allo Stadio di San Siro.
Nei giorni scorsi Nadia Confalonieri di Peschiera Borromeo (Milano) ne ha scritto in questi termini al sito «Persone con disabilità.it» della LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, che è la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap): «Oggi, 22 marzo, abbiamo provato per la prima volta la M5, la “Lilla”. Partenza da Bignami e arrivo alla Stazione di Porta Garibaldi, viaggio perfetto e senza problemi per persone con difficoltà motorie. I problemi, però, sorgono al ritorno, dopo avere visitato la Stazione Garibaldi. Dal piano binari, infatti, siamo scesi al mezzanino con l’unico ascensore. La direzione per la M5 è chiaramente segnalata, ma si arriva ai tornelli M5 solamente attraverso gradini e scala mobile. Nessuna indicazione di ascensori. Interpellato, l’impiegato all’ATM Point [l’ATM è l’Azienda Trasporti Milanesi, N.d.R.] non ne conosceva l’ubicazione. Fortunatamente il mio deambulatore ha potuto passare per la scala mobile: ho raggiunto i tornelli e preso l’ascensore che dal mezzanino della M5 mi avrebbe portato ai binari. Un gentile addetto alla sicurezza dell’ATM si assicura che non ci perdiamo e approfittiamo per chiedergli dove fosse l’ascensore: magari l’ubicazione ci era sfuggita. Veniamo informati che arrivato alla Stazione di Porta Garibaldi un disabile in carrozzina (o un genitore con passeggino) può raggiungere la M5 solamente uscendo dalla stazione, attraversare Viale Luigi Sturzo sulle strisce pedonali e finalmente trovare l’ascensore sul marciapiede di fronte. Capisco che a volte problemi strutturali non permettano di costruire ascensori dove si vorrebbe (anche se non è accettabile per una Metro appena inaugurata), ma il posizionamento di qualche cartello indicatore per trovare l’ascensore non rientra tra i 563 milioni previsti per la Lilla? Ci dovremo far compatire anche di questo in occasione dell’Expo 2015?».
Qui di seguito la risposta di «Persone con disabilità.it», del tutto condivisa dal nostro giornale.
«Basta un cartello a fare la differenza. Quando manca può anche succedere che una stazione perfettamente accessibile, come la nuova fermata della “Lilla” di Porta Garibaldi, diventi un labirinto per le persone con disabilità. In modo particolare per chi arriva alla stazione in treno e, una volta sceso in banchina, deve prendere la M5.
Eppure la “Lilla” è stata fatta a regola d’arte. Ascensori funzionanti in tutte le fermate, banchine a livello con i treni, rampe per spostarsi all’interno delle stazioni a anche della Stazione di Porta Garibaldi, dove tutto è stato fatto (quasi) alla perfezione. Per chi arriva a Milano via treno, la prima parte del percorso è semplicissima: basta raggiungere l’ascensore trasparente (operativo dalle 5 di mattina alle 23) che si trova di fronte alla farmacia e collega il piano dei binari con il piano interrato della stazione. Usciti dalla cabina, bisogna svoltare a sinistra, attraversando la piccola “galleria commerciale” della stazione stessa. Fin qui, indicazioni chiare e precise. Poi si arriva a un bivio: a destra il percorso che porta verso il passante ferroviario, a sinistra invece quello per raggiungere la Metro. Peccato solo che sia i cartelli color lilla, sia la “segnaletica orizzontale” sul pavimento della stazione portino il viaggiatore dritto verso una rampa di scale di ben diciotto gradini, completamente inaccessibile per chi si sposta su una sedia a rotelle, ma ostacolo insormontabile anche per chi si muove con un deambulatore o per una mamma con il passeggino.
L’alternativa (accessibile) ovviamente esiste: è sufficiente ignorare i cartelli della “Lilla” e seguire quelli della “vecchia” M2, la “Verde”. Superati i tornelli, si svolta a destra e dopo un centinaio di metri una nuova svolta a destra porta a un’agile rampa che permette di raggiungere comodamente l’ascensore per i binari della M5.
Un percorso, quindi, perfettamente accessibile, ma segnalato in maniera poco chiara, che mette in difficoltà non solo chi si muove in sedia a rotelle – costretto a cercare alternative spesso faticose per spostarsi – ma anche altri viaggiatori “a mobilità ridotta”.
“Probabilmente – commenta Gabriele Favagrossa, esperto di mobilità della LEDHA e della FISH – anche una mamma con il passeggino, ad esempio, o un turista con un trolley pesante apprezzerebbero maggiormente la rampa riservata a chi si sposta in carrozzina rispetto alla scala. Di fronte a due percorsi alternativi, uno accessibile e uno decisamente no, sarebbe interessante conoscere la logica che ha indotto a segnalare solo il secondo. Dopo anni che in ogni contesto peroriamo la causa di una segnaletica di orientamento chiara e affidabile per tutti, non è accettabile assistere ancora a episodi di questo tipo”.
“Altrettanto inspiegabile e inaccettabile – aggiunge Favagrossa – è che il personale ATM in servizio presso la stazione non fosse a conoscenza del percorso interno accessibile e abbia suggerito un lungo e complicato tragitto che avrebbe addirittura costretto i viaggiatori a uscire dalla stazione, affrontare una lunga rampa inclinata e attraversare un ampio viale molto trafficato. È questo il biglietto da visita per l’Expo 2015?». (S.B.)
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