Ancora una volta, dunque, ci è stato impedito di poter dare una corretta informazione sulla disabilità visiva! Ancora una volta, nonostante le premesse e le assicurazioni, non ci hanno fatto parlare! Ancora una volta si è gridato ai “falsi ciechi” quale causa dei disastri finanziari dell’Italia! Ancora una volta non si è voluto affrontare il problema con serietà e competenza! E potremmo andare avanti ancora, ma chi ha visto il programma lo ha capito, non si vuole far sapere la verità.
Ma la verità è che le trasmissioni televisive come quella condotta dall’imperterrito e inalterabile Massimo Giletti [“Domenica in… L’Arena” del 6 aprile, N.d.R.] sono costruite sul nulla, con la presunzione di considerarsi “fonti del sapere”. E non si capisce nemmeno perché il signor Giletti abbia un “interesse perverso” verso le persone con retinite pigmentosa, e il suo accanimento rasenti quasi un odio personale.
Ricordo che la retinite pigmentosa è una distrofia retinica di natura genetica degenerativa progressiva, e che nel corso della sua evoluzione porta quasi sempre alla cecità; è una Malattia Rara e ad oggi non si conosce nessuna terapia in grado di fermare o tanto meno di curare tale degenerazione, con la conseguenza che le persone con distrofia retinica, quale appunto la retinite pigmentosa o la malattia di Stargardt o anche la degenerazione maculare senile, hanno una continua e inesorabile diminuzione della loro capacità visiva e cercano in ogni modo di mantenere la loro autonomia, aggrappandosi sino all’estremo a quel pur piccolo residuo visivo che li divide dal buio.
Una verità, per altro, è palesemente emersa: la trasmissione del 6 aprile è stata costruita per un attacco alla Legge 138/01 sulla Classificazione e quantificazione delle minorazioni visive e norme in materia di accertamenti oculistici e all’indennità di accompagnamento per tutte le persone con disabilità, senza ricordare che la maggioranza di coloro che richiedono quella stessa indennità sono anziani non più autonomi.
È stato ad esempio accennato agli 800.000 controlli effettuati da parte dell’INPS, ma non sono stati dati i risultati reali e cioè che a detta del Direttore Generale dell’Istituto, si ritiene che la «quota definitiva di “falsi invalidi” controllati sino al 2011, sia pari al 4%, poiché l’INPS soccombe in giudizio nel 60% dei casi», senza dunque entrare nel merito di quanto tutto ciò sia venuto a costare all’INPS stesso.
Quindi esiste davvero il problema dei “falsi invalidi”? O serve solo per creare un forte stigma verso le persone con disabilità e una falsa opinione nella società, per poterle rimandare nei luoghi dell’oblio?
Caro Giletti (e tutti gli altri), perché non incominciate ad affrontare i problemi da un altro “punto di vista”? Dalla parte delle persone con disabilità che lottano non per diventare normali, ma se stesse?