Accogliamo con soddisfazione la notizia proveniente da Reggio Calabria di una prima “boccata d’ossigeno” per i servizi sociali, dopo che nei giorni scorsi era stata formalmente preannunciata, da parte delle organizzazioni del Terzo Settore – proprio a partire da oggi, 28 marzo – la chiusura dei servizi stessi, a causa della mancanza di risposte sui pagamenti pregressi e di garanzie per il futuro.
In tale circostanza, anche il Forum Nazionale del Terzo Settore si era unito all’appello lanciato a Reggio, tramite le parole del portavoce Pietro Barbieri, che aveva sottolineato come tutto ciò «ci facesse precipitare nello stato di vulnerabilità che sta vivendo il nostro Paese e che colpisce i diritti dei cittadini in condizione di maggiore fragilità, dei minori, delle persone con disabilità, degli anziani, delle loro famiglie, di centinaia di operatori e professionisti qualificati, mettendo a rischio servizi vitali per le persone».
Come dunque riferisce Luciano Squillaci, portavoce del Coordinamento del Terzo Settore della città calabrese, «l’attenzione suscitata dalla nostra lotta ha portato a un intervento da parte del Ministero e della Regione Calabria, grazie al quale abbiamo scongiurato, almeno per il momento, l’immediata chiusura dei servizi». «La nostra prima parziale vittoria – aggiunge – è data dalla garanzia della prosecuzione dei servizi minimi, senza l’ulteriore taglio del 30% deliberato dalla struttura commissariale che regge il Comune di Reggio. Si tratta certamente di un risultato minimo, ma di grande importanza per la nostra città, un risultato che in ogni altra società civile sarebbe “normale”, ma che da noi solo qualche giorno fa era impensabile. Ed è un risultato ottenuto grazie all’unità di intenti di tutte le organizzazioni del Terzo Settore di Reggio, delle famiglie e delle altre parti sociali».
Parlavamo all’inizio di “boccata d’ossigeno”, in quanto – purtroppo – la situazione è ancora tutt’altro che risolta. «Di fronte a questo importante passo avanti – dichiara in tal senso Squillaci – abbiamo deciso di continuare i servizi almeno per altri venti giorni, ma se nelle prossime settimane non interverrà un impegno concreto, anche in termini economici, la chiusura diventerà comunque inevitabile. Le organizzazioni di Terzo Settore, infatti, restano schiacciate da un pregresso di oltre due anni di arretrati, che se non troverà un piano di rientro sostenibile, unito al pagamento puntuale del corrente, condurrà comunque alla chiusura. Per questo motivo, nei prossimi giorni continueremo le trattative sperando di giungere a un risultato accettabile e di scongiurare la fine delle nostre esperienze e soprattutto dei servizi per i Cittadini più fragili».
La “battaglia”, quindi, prosegue e il nostro giornale non mancherà naturalmente di seguirne gli sviluppi con puntualità. (S.B.)
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